mercoledì 5 luglio 2017

L'OTTAVO GIORNO, POTA!

Ieri è stata una giornata contrassegnata da un caldo opprimente e da un sole implacabile: mentre io, come dicevo, ho finito di camminare alle 12,30, ho visto pellegrini arrivare all'ostello alle 16 e anche alle 17 davvero "sfatti", sfiniti, al limite dell'insolazione e della disidratazione. E tutti a dire che bisognava partire prima al mattino.



Detto, fatto: oggi sono partito alle 5,30 (nella camerata, dalle 4,30 è iniziato l'andirivieni dai bagni e la preparazione degli zaini, ovviamente al buio e mentre alcuni continuavano a russare, in attesa che la luce si accendesse alle 6).
Appena uscito dal paese, il buio. E come si addice all'ottavo giorno, ecco la nuova creazione (nota: nella letteratura biblica, l'ottavo giorno è quello della risurrezione di Gesù, che ri-crea la vita, l'uomo nuovo e il mondo nuovo). E opportunamente la nuova creazione inizia con la luce: click! Pila accesa.
In questo modo, fino alle 6/6,15 si cammina non molto velocemente, per riuscire ad identificare frecce e cartelli e non sbagliare strada; ma il fresco è rigenerante.
Alle 6,30 qualcuno accende una grossa luce proprio dietro di me: in realtà, è il sole che fa la sua comparsa, ma fino alle 9 è sopportabile senza fatica, mitigato anche da un vento persistente.
Raggiungo in breve Adriana e Gianfranco, di Grumello del Monte (Bg) e mi accompagno a loro, adattando il mio passo al loro.
Chiacchierando, tra un "pota" e l'altro, compiamo praticamente senza fatica tutti i 21 km che avrebbero dovuto costituite la tappa odierna (secondo la guida), ma è talmente presto (neanche le 10 AM) che proseguiamo fino al paese successivo, Grañón (evviva: ¡ho capito come scrivere il gn!), dove arriviamo a mezzogiorno, per ricoverarci nell'ostello parrocchiale, decisamente spartano - con i materassini per terra sui quali dormire - ma sicuramente caratteristico della condizione del pellegrino e quindi imperdibile.



Farà piacere sapere che durante il Cammino ho incontrato di nuovo Hehe Yong, che cammina lentamente, macinando però km su km, e sempre con un sorriso impagabile: anche oggi va oltre, per più di 10 km! Quindi io la raggiungo e la supero, con la mia andatura piuttosto veloce, ma lei continua imperterrita quando io mi fermo. Vorrà dire che la raggiungerò anche domani.
Gli ultimi 4 km di oggi (poco meno di 1 ora) li passo con Ilona, polacca di Tychy, insegnante di inglese e russo, ma egregia autodidatta con l'italiano. È lei che mi spiega la ragione del grande numero di coreani sul Cammino: nella visita in Corea del 1984, papa Giovanni Paolo II ha raccontato di Santiago e ha raccomandato questo pellegrinaggio. Da allora, i coreani cattolici ci sono.
Ilona ama il mare ed una vita stanziale, non ha mai camminato in montagna, ha sofferto il peso dello zaino nei primi 3 giorni, trova a fatica nello zaino quello che le serve (le valigie sono più ordinate), ma sta scrivendo un piccolo libretto con le sue riflessioni ed esperienze, da far leggere alla figlia (sposata in Germania) e alle amiche, perché la bellezza del Cammino la sta affascinando, soprattutto per gli incontri con le persone (di me non avrà molto da dire, perché quando una persona ha voglia di parlare sono bravissimo a fare domande).
Guardo la quindicina di pellegrini ospitati in questo ostello di Grañón e ci vedo in piccolo il mondo: una ragazza lituana e una giapponese, un austriaco, tre coreani, tre italiani, cinque inglesi. Ribadisco: bisogna parlare correttamente inglese! 
La cosa buffa è che l'hospitalera spagnola chiede a me (a me!) di spiegare alcune istruzioni per l'uso


della casa agli inglesi, dopo che ho fatto da traduttore con la ragazza lituana. Per fortuna, proprio in quel momento arriva l'hospitalera toscana che parla benissimo l'inglese e quindi posso allontanarmi, o meglio fuggire: gli inglesi mi inibiscono, perché potrebbero solo compatirmi.
Stasera Messa e cena autogestita, come nell'albergue parrocchiale di Logroño (eheheh, mi sto divertendo con il gn).



 



Però Su e Chen non si sono fermati qui, ma hanno proseguito: forse è svanito il sogno di andare a fare una maratona a Taiwan.

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