11-12/04-19 Milano-Pechino-Tokyo
13/04/19 Tokyo-Kamakura
In mattinata visita al museo Ghibli con le opere del fumettista Miyazaki che ha vinto l’oscar per La città incantata. Nonostante la folla, per lo più locale, la visita è tranquilla e piacevole, è incredibile quanto lavoro ci sia dietro un cartone animato, molto più che per un film. Quando usciamo passeggiamo nell’attiguo parco dove in molti fanno pic-nick sotto gli alberi in fiore. Torniamo a Harajuku dirigendo per la super affollata via di Omotesando. Visitiamo Meiji Jingu dove assistiamo a 2 matrimoni e attraversiamo il parco Yoyogi dove si esibiscono i rockabilly. Incrociamo cagnolini con vestitini, condotti in carrozzine, e suricati al guinzaglio, mah! Andiamo a Shibuya dove la statua del cane Hachiko ci accoglie con 2 gattini tra le zampe in un’apoteosi di gente che scatta foto. Attraversiamo l’affollato incrocio e andiamo a cena per un sostanzioso piatto di curry. Una passeggiata nel quartiere a luci rosse di Shinjuku e si torna in albergo con un incredibile ritardo della metro.
Giornata a Nikko perdendosi nei maestosi templi immersi nei boschi. L’architettura è talvolta eccentrica e ricca di sculture e particolari. Il colore prevalente è il rosso ma Toshogu Shrine spicca con il suo bianco e i fregi preziosi. Ridiscendendo visitiamo Taiyuin, Rinnoji e il ponte di Shinkyo. Con un’errata valutazione d’orario, passiamo quasi 2 ore in stazione mangiando un improbabile bento, ovvero la schiscetta milanese. Ritorniamo a Tokyo, leggermente surgelate, con il puntualissimo Limited Express.
Esploriamo i quartieri di questa metropoli cominciando da Odaiba, l’isola artificiale costruita con quella precisione tutta giapponese. Passiamo dalla statua della libertà tarocca, al gigantesco Gundam, a seguire il Venus Fort, un centro commerciale neo-classico pacchiano. Il giro sulla ruota panoramica consente di spaziare con lo sguardo da un punto di vista decisamente alto (Ambro e Dedè non ci salirebbero mai), in seguito il traghetto ci riporta sulla vera terraferma. Andiamo a Ginza per il teatro kabuki pranzando al Veloce Caffè con un panino perfettamente scongelato; è vero che i giapponesi dormono ovunque, al nostro fianco un elegante signore sonnecchia al suo tavolino. Accediamo al teatro instradati dagli attendenti che ci ordinano come le pedine del domino, le poltrone sono calcolate per gambe più corte delle mie. Assistiamo ad un atto, non capendo nulla, ma divertendoci nel vedere gli effetti speciali del ninja e sentendo il dolby surround umano che fa i versi alle nostre spalle. All’uscita ci spostiamo nel quartiere di Akihabara dove manga, pupazzi, ecc. sono ovunque: a me piacciono i cartoni animati, ma questo è troppo! Ceniamo con carne yakiniku accompagnata da sakè, la cuociamo autonomamente nella griglia tra noi, con mini-cappa, davvero squisita anche se costosa.
Sveglia alle 6 per lasciare la capitale in favore di Hiroshima, come 2 rimbambite sbagliamo fermata e perdiamo la coincidenza. Arriviamo un’ora dopo all’appuntamento con la sig.ra Aruko, la nostra guida volontaria. Mentre passeggiamo ci racconta la triste e ben nota storia della città, che avrebbe dovuto insegnare qualcosa, ma gli uomini dimenticano in fretta. Anche il parco della pace ed il museo, raccontano ciò che è successo. Dopo il tramonto cerchiamo un posto per cenare e casualmente capitiamo in un ristorantino a conduzione famigliare dove assaggiamo di tutto. Il capsule hotel ci aspetta ed è davvero un gran bel posto, non il loculo che mi aspettavo.
18/04/19 Hiroshima-Miyajima
Dopo la colazione in stanza con thè verde e biscotti di 7eleven, torniamo a Hiroshima per poi prendere il treno per Himeji. Lasciamo i bagagli in stazione e camminiamo verso l’airone bianco: il maestoso castello fa bella mostra di sé in cima alla collina, contornato dal giardino curato con i petali di sakura che vagano. L’edificio è stato completamente smontato e rimontato per ristrutturarlo, è incredibile solo pensarlo. Dopo la visita riprendiamo lo shinkansen per Kii Tanabe, l’hotel Hanaya, seppur vintage, è comodo e pulito, soprattutto ha i letti e, dopo 6 notti di futon, i miei fianchi gridavano vendetta.
20/04/19 Kii Tanabe-Chikatsuyu
21/04/19 Chikatsuyu-Yunomine onsen
22/04/19 Yunomine onsen-Osaka
Prendiamo il treno per Koyasan, l’ultimo tratto viene percorso con un trenino a cremagliera. La cittadina è un pot-pourri di templi, visitiamo i principali: Kongobu-ji Head Temple, Chu-mon Gate, Konpon Daito Pagoda, Kon-do Hall, Dai-mon Gate, Reihokan Museum. Torniamo al tempio che ci ospita, il Fumon-in e, dopo un bagno giapponese (scopriamo poi fuori orario), degustiamo la cena vegetariana preparata dai monaci. In serata passeggiamo fino al cimitero con le lanterne che illuminano i viali, estremamente suggestivo.
24/04/19 Koyasan-Nara
25/04/19 Nara-Kyoto
Si parte per raggiungere Kyoto facendo tappa a Fushimi Inari-Taisha, ovvero il santuario il cui serpentone di
tori arancioni, s’inerpica per la montagna fino alla vetta, dove si presenta una mediocre vista di Kyoto. La folla è notevole, gli scolari si aggiungono ai turisti, tra cui molti italiani. Solo nell’ultima parte riesco a seminare i più, godendomi la passeggiata senza schiamazzi ma, ciò nonostante, le scimmie restano celate. Ridiscendo incrociando Morena, e pranzo con un piatto di takoyaki, ovvero polpette di polpo con un mix di salse. Ripartiamo per Kyoto raggiungendo il tempio Shunkoin, dove pernotteremo per 3 notti. Lasciamo il bagaglio e partiamo per Yasaka, Okazaki area, facendo una passeggiata nel quartiere delle geishe e delle sale da tè, assistiamo quindi allo spettacolo del Miyako Odori al teatro Mimamiza, davvero bello. Quando usciamo raggiungiamo il tempio di Yasaka all’interno del parco Maruyama, dal quale ci si perde nelle caratteristiche vie fino a ora di cena, che si conclude con un gelato al macha lungo le rive di Kamo.
tori arancioni, s’inerpica per la montagna fino alla vetta, dove si presenta una mediocre vista di Kyoto. La folla è notevole, gli scolari si aggiungono ai turisti, tra cui molti italiani. Solo nell’ultima parte riesco a seminare i più, godendomi la passeggiata senza schiamazzi ma, ciò nonostante, le scimmie restano celate. Ridiscendo incrociando Morena, e pranzo con un piatto di takoyaki, ovvero polpette di polpo con un mix di salse. Ripartiamo per Kyoto raggiungendo il tempio Shunkoin, dove pernotteremo per 3 notti. Lasciamo il bagaglio e partiamo per Yasaka, Okazaki area, facendo una passeggiata nel quartiere delle geishe e delle sale da tè, assistiamo quindi allo spettacolo del Miyako Odori al teatro Mimamiza, davvero bello. Quando usciamo raggiungiamo il tempio di Yasaka all’interno del parco Maruyama, dal quale ci si perde nelle caratteristiche vie fino a ora di cena, che si conclude con un gelato al macha lungo le rive di Kamo.
26/04/19 Kyoto
27/04/19 Kyoto
Con le biciclette prese in prestito al tempio, tenendo rigorosamente la sinistra, andiamo al tempio Ryoanij che
esploriamo prima che arrivi l’orda dei turisti: il giardino di pietre non è paragonabile a quello di Koyasan, invece il giardino verde merita. Sempre in bici ci spostiamo alla pagoda d’oro che, nonostante la calca e le nuvole, fa bella mostra di sé riflettendosi nello specchio d’acqua. Torniamo al ns tempio per riconsegnare le bici e, prima di uscire, visitiamo casualmente il Taizo-in. Il giardino armonico è composto da rocce e piante con ghiaia bianca e grigia, yin e yang, più avanti un giardino verde con arbusti ed alberi, diviso da una cascata che sfocia nel laghetto, oltre che un enorme ciliegio ormai sfiorito. Con il treno raggiungiamo il quartiere di Arashiyama: bolgia senza limiti. La foresta in bambù non è nulla di che, o forse il troppo ciarlare non la fanno apprezzare. Proseguiamo per il decentrato Gongij che rivela un incantevole giardino muschiato alle cui spalle si muove, seguendo il vento, il bosco di bambù. Proseguiamo per il parco delle scimmie, dove i macachi si mescolano ai turisti. Su un tetto una mamma spulcia con dovizia il figlio. Dopo una pausa in una sala da tè per riscaldarci, andiamo a cena in un ristorante consigliato dal ns tempio. Il locale è gestito da un particolare soggetto, che ti fa accomodare al bancone, e prepara le pietanze utilizzando esclusivamente le mani, che pulisce sfregandole sulla tuta da metalmeccanico che indossa. Ci sono pentole sporche ovunque e non oso immaginare cosa ci sia sul pavimento, i nas non impiegherebbero un secondo a chiudere ma, che vi devo dire, ho cenato benissimo.
esploriamo prima che arrivi l’orda dei turisti: il giardino di pietre non è paragonabile a quello di Koyasan, invece il giardino verde merita. Sempre in bici ci spostiamo alla pagoda d’oro che, nonostante la calca e le nuvole, fa bella mostra di sé riflettendosi nello specchio d’acqua. Torniamo al ns tempio per riconsegnare le bici e, prima di uscire, visitiamo casualmente il Taizo-in. Il giardino armonico è composto da rocce e piante con ghiaia bianca e grigia, yin e yang, più avanti un giardino verde con arbusti ed alberi, diviso da una cascata che sfocia nel laghetto, oltre che un enorme ciliegio ormai sfiorito. Con il treno raggiungiamo il quartiere di Arashiyama: bolgia senza limiti. La foresta in bambù non è nulla di che, o forse il troppo ciarlare non la fanno apprezzare. Proseguiamo per il decentrato Gongij che rivela un incantevole giardino muschiato alle cui spalle si muove, seguendo il vento, il bosco di bambù. Proseguiamo per il parco delle scimmie, dove i macachi si mescolano ai turisti. Su un tetto una mamma spulcia con dovizia il figlio. Dopo una pausa in una sala da tè per riscaldarci, andiamo a cena in un ristorante consigliato dal ns tempio. Il locale è gestito da un particolare soggetto, che ti fa accomodare al bancone, e prepara le pietanze utilizzando esclusivamente le mani, che pulisce sfregandole sulla tuta da metalmeccanico che indossa. Ci sono pentole sporche ovunque e non oso immaginare cosa ci sia sul pavimento, i nas non impiegherebbero un secondo a chiudere ma, che vi devo dire, ho cenato benissimo.
28/04/19 Kyoto-Kanazawa
29/04/19 Kanazawa
30/04/19 Kanazawa-Kyoto
01/05/19 Tokyo
02-03/05/19 Tokyo-Pechino-Milano
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