domenica 23 febbraio 2020

GLO up & many down


Domenica di trasferte per le Salamelle, Alex e Lidio a Massa Carrara mentre un nutrito gruppo, dopo
qualche dubbio per l'evolversi della situazione del coronavirus, è presente al Giro del Lago d'Orta sulle varie distanze: 15, 24, 39. Quelli della 24, arrivano al palazzetto dello sport di Omegna dove, un discreto numero di bicchieri e un pavimento appiccicoso, ci accoglie (ieri sera c'è stata una festa che ha lasciato il segno). Poco male, ritiriamo il pettorale, la solita maglia mono taglia (solo maschile), e si parte alla ricerca di un bar per un caffè. Partenza alle 10 senza gonfiabile e rilevamento cronometrico, vabbè. Si costeggia il lago tenendolo sulla destra, le zone in ombra si alternano con quelle al sole, lo sguardo si allunga sui romantici scorci del lago ma...sono stordita io o non vedo cartelli che
segnano i km? No, non ce ne sarà neanche uno per sbaglio. Affianco Drummer che dice "Spero che dopo quella curva ci sia il ristoro", 5, 6, 7km, all'ottavo finalmente i ragazzi allungano acqua, thè, integratori, biscotti, mmmhhh, va bene che non è una corsa fidal, va bene che non è neanche fiasp, ma mettere il primo ristoro all'8o km mi sembra troppo! Confido nel secondo, speranza vana, si presenterà al 16o dove arrivo con una seta tremenda sbottando. I poveri ragazzi non sono gli artefici ma sono davvero arrabbiata, non è una prima edizione, questa cosa non è giustificabile. Continuo percorrendo con cammino sostenuto l'impegnativa salita, cui segue una discesa che poi conduce nel bosco. Qui in certi tratti sono sola e
francamente ho il dubbio di non essere sul percorso corretto, non un'indicazione, non una persona, quando incrocio finalmente un ragazzo con il giubbotto arancione, mi tranquillizzo, ma la rabbia sale, arrivo all'ultimo ristoro dove raggiungo Scuuusa, solo acqua e thè, uno dei primi della 39 chiede i sali, non ci sono, a me non interessano ma i sali servono soprattutto alla fine o sbaglio? Proseguo ancora, davanti a me una maglia amica, è Renny, lo raggiungo e cerco di spronarlo a seguirmi, anch'io sono stanca ma mancherà poco più di 1km e non si molla! Fuori dal bosco si prosegue sull'asfalto per l'ultimo strappo in salita, le auto arrivano in senso opposto, nessuno gli chiede di rallentare, nessuno ha pensato di delimitare un pezzetto di carreggiata con i coni, mah! Si rientra per l'ultimo pezzo in salita sterrato cui segue l'asfalto, poi giù, verso il traguardo e l'arrivo dove ricevo una amorfa medaglia in plexiglass che ricorda quella ricevuta a Cantalupo. Ultima chicca, il mio zaino, come le altre borse, lasciati incustoditi sull'asfalto. Quando arrivano i nostri camminatori della 15km, scopriamo che si sono persi e la scopa, li ha superati e 'abbandonati' al loro destino perchè sono troppo lenti. Il percorso è piaciuto molto ma non ho sentito alcuno lodare l'organizzazione; sappiamo bene quanto sia difficile organizzare una corsa ma qui le pecche sono state davvero troppe, considerato anche le poche presenze, circa 400, in compenso il costo è stato quello di una corsa che dovrebbe essere perfettamente organizzata. Perfino la navetta per tornare a Omegna è un auto multi-posto che dovrà fare più volte il tragitto. Che dire, fortunatamente le Salamelle mettono sempre allegria, meno male che ci sono, grazie quindi a tutte/i voi e un grande BENVENUTA VITTORIA.

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