venerdì 27 marzo 2020

QUANTO E' UN METRO DI DISTANZA?

Infermiera e runner.  Moglie di un infermiere, runner pure lui.
Peggio di così non poteva andare. Blindati in una blindatura forzata.
Sono ormai tre settimane che non ci abbracciamo e baciamo più. Ognuno ha il suo bagno, attenti a non bere a canna dalla stessa bottiglia e a lavarci e disinfettarci così spesso le mani che sono tutte screpolate. L'altro giorno il Grinch mi ha chiesto una crema per le mani e gliel'ho messa, stando a distanza. Era il primo vero contatto dopo giorni: quanto può essere bello mettere la crema sulle mani della persona che ami? Non ci avevo mai fatto caso. Penso che sono ormai settimane che quando uno dei due entra dalla porta di casa la prima domanda è "Allora?". Che in realtà vuole dire "Pazienti positivi? Avevi tutti i presidi? I colleghi come stanno?". Poi arriva una telefonata. E' per me. Humanitas di Rozzano: mi vogliono proporre un contratto di collaborazione visto il mio Curriculum. Faccio il colloquio su Skype e in meno di due ore ho un contratto in mano. Tutto si conclude con la domanda: "Ha capito vero che cerchiamo personale per la Rianimazione Covid?". Certo che l'ho capito ma in realtà mi chiedo anche dove non ci sia pericolo in questo momento. Dove c'è un ospedale non Covid? E poi parliamoci chiaro: questa è la nostra professione. Io, per lo meno, non saprei fare altro. Non so fare altro. E così da domani tornerò in ospedale.
Almeno avevamo la corsa che riusciva a "svagarci" ma adesso non c'è più nemmeno quella. Fin da subito abbiamo deciso di interrompere le uscite sia perché avevamo troppa paura di farci male o che capitasse qualcosa ma soprattutto perché non avevamo più "la testa". Tutto quello che sta succedendo è stato così veloce e improvviso che ci ha colti alla sprovvista. Abbiamo iniziato a vedere colleghi ammalarsi ed essere ricoverati...
Continuiamo a vedere le scritte "ANDRA' TUTTO BENE" ma noi non riusciamo a dirlo (non ci crediamo, diciamo che ci speriamo) ma la sensazione è che ne usciremo con le ossa rotte. In questi giorni cerco di pensare a dei bei momenti passati ma faccio fatica perché arrivo da un anno disastroso che di bei ricordi ne ha lasciati pochi, pochissimi. Poi ieri ho iniziato a riguardare le foto delle Salamelle sul sito e un sorriso si è affacciato sul mio viso.
Non dico più di restare a casa ma dico restate a casa e riscoprite cosa vuol dire mettere la crema sulle mani di un vostro caro, pranzare insieme con calma o vedere un film tutti insieme sul divano. Voi che potete, fatelo. Perché noi non ci possiamo concedere più neanche quello. Noi abbiamo imparato cosa vuol dire un metro di distanza.
Noi viviamo a un metro di distanza. E' tantissimo. Immenso. Voi che siete a casa, abbracciatevi. Fatelo anche per noi.

Con affetto, Bobby Jean e il Grinch

4 commenti:

  1. Siete il vero DNA del gruppo. Il DNA che mi ha fatto fare diverse scelte comuni. Per ora grazie ma poi ricordatevi che mi sono proposto come Colf a fine emergenza

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  2. Rifaccio perché sono anonima.

    Grazie a tutti e due.

    Aurora

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