lunedì 20 aprile 2020

Sumatra

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9-10 Agosto 2019 Milano-Jakarta
Si torna in Indonesia per una nuova destinazione, Sumatra, 5a isola del mondo per estensione, un viaggio che ha fortemente attratto la mia curiosità. Siamo in 4, abbiamo ricostituito il gruppo Mongolia nonostante il "mai più" di qualcuno ;-) I 2 voli con scalo a Istanbul, ci portano a Jakarta ma, quando arrivo in albergo, il mio mal di testa è cresciuto esponenzialmente così non vado a cena con gli altri ma provo a riprendermi.
11 Agosto 2019 Jakarta-Padang
La mia sveglia è puntata alle 3:35 , il telefono dell'albergo suona alle 3:00 ma sono sveglia dall'1:00. In aeroporto scopriamo che il nostro volo è stato cancellato, quindi prenderemo quello delle 9:00, il tempo trascorre tra chiacchiere e colazioni fino alla partenza. Sumatra ci accoglie con una vegetazione lussureggiante e un transfer alla home stay di Sofia, ns ospite e corrispondente. A piedi andiamo davanti alla moschea per partecipare al rito della macellazione della carne; non avevo mai visto qualcosa del genere anche se, per certi versi, mi ricorda Lamalera. Dopo il pranzo offerto da Sofia, in casa sua, le sue figlie ci accompagnano per una passeggiata nel villaggio dove tutti
sorridono accoglienti. Nel tardo pomeriggio partiamo per la riva del mare al fine di osservare il tramonto, e lì riusciamo a farci procurare delle birre (siamo in un paese mussulmano), che sorseggiamo sgranocchiando arachidi non tostate. Andiamo a cena il un posto apparentemente tipico, dove portano tantissimi piattini stipandoli sul tavolo, tutto è piccantissimo e decisamente poco buono, il conto viene preparato conteggiando i piattini utilizzati, mentre gli altri vengono portati negli altri tavoli, mah, paese che vai...
12 Agosto 2019 Padang
Piove! La colazione viene mangiata, in una qualche maniera, alla reception, buona parte delle persone che conosco sarebbero inorridite. Dopo un po' d'indecisione si parte per il mercato che mostra sempre il lato umano che tanto mi piace. Tutti ci guardano curiosi rispondendo ai sorrisi, talvolta chiedono "Where are you from?". Le merci sono esposte con cura, cariche dei loro colori tra cui spicca il rosso del peperoncino che spesso viene pestato tra pietre per farne purea, mi vien da pensare che in Calabria sono dei dilettanti. Ci spostiamo in un villaggio dove ci stanno preparando il pranzo, una donna rubiconda e sorridente mi chiede di aiutarla a tagliare le melanzane con un cutter arrugginito, ovviamente non me lo faccio ripetere. Dopo un giro al villaggio e il pranzo condiviso con i ns ospiti, in piedi e con le mani, andiamo nella foresta per un trekking alle cascate. Sofia sbaglia strada ma, cocciutamente, ci trascina nell'acqua con il rischio di scivolare sui massi. Arriviamo alla cascata dov'è possibile fare il bagno nella piscina naturale, un bel posto, ma siamo troppi. Torniamo alla home stay dopo qualche inutile tentativo di acquistare delle birre, la cena cucinata da Sofia è buona ma insufficiente, deve preparare altre pietanze dopo la solerte e giusta lamentela di Elena. Si torna in stanza dopo un briefing alla lavagna per preparare lo zaino.
13 Agosto 2019 Padang-Siberut
Sveglia all'alba e si parte per il traghetto che prendiamo al volo, abbiamo rischiato di non salire, Sofia ha acquistato i biglietti il giorno prima e siamo arrivati con molto ritardo, dovevamo avere la colazione e invece niente, troviamo posti scomodissimi e sparpagliati, all'aria aperta, in una bolgia infernale (no alpitour?!) La navigazione è lenta, la palpebra cala e la pancia brontola. Arrivati a Muara ci dividiamo su 2 pickup dove viaggiamo in piedi percorrendo la mono strada fino all'arrivo presso una casa dove ci offrono thè (tralasciamo lo stato dei bicchieri). Saliamo su 2 lunghe barche che navigano placidamente tra 2 ali di rigogliosa vegetazione trasmettendo una pace infinita. Quando arriviamo indossiamo i nostri stivali (grazie Patty) e, aiutati dal gruppo di Mentawi in attesa sulla riva, saliamo sulla terraferma. "I piccoli agglomerati mentawiani sorgono in luoghi nascosti dalla fitta vegetazione tropicale dell’isola e sono formati solo da grandi palafitte con il tetto a spiovente, dette uma, dove possono convivere fino a dieci famiglie. La struttura sociale si basa sulla comunione di beni di tutti i partecipanti della comunità dove anche i figli vengono allevati da tutte le donne del clan. L’etnia dei mentawiani presenta una corporatura esile ma agile che indossa abiti di corteccia che copre parzialmente la pelle chiara generalmente ricoperta da molti e raffinati tatuaggi effettuati in varie occasioni della vita di un uomo. L’arte del tatuaggio è particolarissima e molto dolorosa è rappresenta una prova di grande coraggio per i giovani adolescenti il sottoporsi a questo trattamento che li fa entrare direttamente nel mondo degli adulti. La popolazione mentawiana è davvero particolare e completamente diversa dalle altre popolazioni di Sumatra con linguaggio, usi, costumi, e religione propri. La religione è basata sull’attribuzione di un anima immortale che periodicamente torna sulla terra sotto varie forme, oltre che a ogni elemento della natura, anche agli oggetti di uso comune. "Osservo dal vivo questo popolo di cui ho visto foto e video, sono davvero affascinanti. Il percorso fino alla loro uma è un po' complicato a causa della palta, gli stivali affondano rendendo difficile ogni passo, caparbiamente voglio portarmi lo zaino, non sono mica una donna avventura da tv, quindi arrivo in un bagno di sudore e sufficientemente lercia. La palafitta che ci accoglie è composta da 3 grosse stanze disposte in lunghezza, noi siamo collocati nella prima dove cerchiamo di montare, con non poche difficoltà, le nostre zanzariere personali, il rischio malaria è molto alto in questa isola (no Gigi, neanche questa volta sono inciampata in vaccinazioni e profilassi). La cena cucinata da Sofia è buona e varia, poco sufficiente per alcuni, mentre per me va bene. Dopo cena appare un mazzo di carte dai ns ospiti, ecco, abbiamo 'inquinato' anche questa etnia, ma sarebbe troppo comodo che loro vivessero completamente allo 'stato brado' per consentire a noi di scattare foto, siamo degli ipocriti. Mentre vado a far pipì nel ruscello, perchè ovviamente il bagno non esiste, tutto si fa nel ruscello che porta al mare, osservo la luna tra gli alberi e mi sento libera ma comunque imbrigliata dal ns status sociale.
14 Agosto 2019 Siberut
La notte trascorre nel dormiveglia tra gli innumerevoli rumori notturni: lo scricchiolio del pavimento di legno sul quale dormiamo, il grufolare dei maiali sotto i noi, il continuo chiacchiericcio dei ns ospiti, verso l'alba comincia a piovere così guizzo fuori dalla zanzariera per recuperare i panni stesi. Dopo colazione andiamo nella giungla per assistere al processo di fabbricazione dei perizoma per i maschietti: con un machete, il più giovane dei 3 sciamani abbatte un albero, (lo so, a furia di fare demo tireranno giù tutta la giungla?), con coltelli e machete incidono la corteccia ricavandone delle strisce che battono con del legni per ammorbidire le fibre, e ne ricavano una specie di tessuto. Successivamente si va a pesca, attività riservata alle donne: ci fanno indossare il gonnellino tipico in foglie e ci trascinano nell'acqua, con un retino o affondando le mani nella terra, si dovrebbero pescare gamberi e pesciolini. Dopo il pranzo a base di spaghetti al ketchup, andiamo a cercare le larve in un tronco marcio e ne troviamo un bel po', grosse e succulenti, che cediamo più che volentieri ai ns ospiti per cena. In ultimo osserviamo come si preparano le frecce avvelenate per la caccia: si gratta la corteccia dell'albero giusto per ricavarne curaro, si spreme insieme a ginger e peperoncino ricavandone un liquido per bagnare le punte delle frecce che poi vengono asciugate sul fuoco. Il resto del pomeriggio trascorre purtroppo in ozio anche se in realtà, nel retro della uma, le donne sono intente nelle più svariate attività: intrecciano gerle, fanno il bucato, allattano la piccola senza biberon, senza ambiente sterile, senza culla all'ultimo grido. La cena è abbondante: pollo, crocchette di patate, pasta, verdure. Dopo cena iniziano le danze tribali dove gli uomini devono partecipare indossando i perizomi di corteccia: ovviamente non c'è confronto tra i fisici degli uni e degli altri. Comunque la serata è divertente e leggera, lo è meno nella fase di rimontaggio delle zanzariere e dei giacigli per la notte. Un'altra notte sul pavimento duro con
i rumori della giungla.
15 Agosto 2019 Siberut-Padang
"Chicchirichiiii" il gallo canta prima dell'alba e praticamente nelle nostre orecchie dato che è appena oltre le nostre zanzariere, sotto il ns stesso tetto. Dopo colazione con lo zaino in spalla, ritorniamo al fiume infangandoci nuovamente, oltre a diversi indumenti lascio anche gli stivali che Patrizia mi ha prestato dicendomi di regalarli. Saliamo sulle barche salutando i nostri ospiti dai dolci sorrisi e navighiamo a ritroso mentre imbarchiamo acqua. Dopo il pickup ed il lungo trasferimento in  traghetto torniamo a Padang, al Zuri Hotel e finalmente ci spulciamo a dovere sotto una doccia calda. La cena viene consumata in un ristorante vicino e poi si finisce la serata in un locale che serve birra mentre trasmette musica hunz hunz.
16 Agosto 2019 Padang-Batusangkar
Dopo l'incursione in un negozio di batik assistiamo ad una manifestazione con parate militari di ragazzi e ragazze in età scolare, un nutrito gruppo sugli spalti canta in coro, la commistione di culture è sempre molto simpatica; noi fotografiamo loro e viceversa. Proseguiamo in un paio di negozi per acquistare un capo di abbigliamento locale da indossare durante la cerimonia del matrimonio minankgabau dove siamo invitati. La sposa è talmente artefatta da fare impressione mentre le sorelle, sotto i lori veli colorati, sorridono sommesse e curiose, facendo domande e toccandomi i capelli ricci. Ci apparecchiano sui tappeti offrendoci il pranzo e spiano le nostre reazioni: per loro è un onore avere ospiti stranieri e noi non possiamo certo fare gli schizzinosi alla loro tavola. Dopo aver danzato con loro risaliamo sul pullman fino a Batusangkar dove arriviamo in serata. In 5 andiamo in avanscoperta della città fermandoci a cenare in un posto che sembra il meno peggio. Il ragazzo che lo gestisce è così gentile che ci procura 3 birre da bere di nascosto tenendo le bottiglie sotto il tavolo, in un sacchetto di ghiaccio, nell'inutile tentativo di refrigerarle. Di ritorno in albergo ci imbuchiamo ad una festa per l'elezione di una qualche miss e Lory mi fa cantare sul palco, non posso credere di farlo davvero. Pestando un tappeto di simil cimici che ci cadono anche in testa, torniamo nella hall.
17 Agosto 2019 Batusangkar-Padang
Batusangkar è la capitale della reggenza Tanah Datar, è conosciuta come la città della  cultura. Visitiamo il palazzo reale, ricostruito 2 volte a causa degli incendi causati dai fulmini: è composto interamente di legno con preziosi intarsi colorati, le assi scricchiolano sotto i nostri piedi. Il tetto rappresenta le corna dei bufali e questa architettura la si ritrova in diversi edifici. Continuiamo il viaggio fermandoci in un punto panoramico che abbraccia la Harau Valley e da qui arriviamo a destinazione per il pacu jawi (la corsa dei tori). "La gara si svolge in una risaia - ovviamente senza riso, ma con l'inevitabile fango. I tori, specialmente i tori allevati per questo scopo, possono correre molto velocemente. Immaginate due bestie enormi e un cavaliere trascinato dietro come un aratro. Sfortunati fantini che non riescono ad aggrapparsi ai tori si tuffano nella palta, di solito a capofitto. Una particolarità di Pacu Jawi è che guidare i tori non è stato reso conveniente per i fantini: le imbracature sono primitive - anelli di bambù attaccati al collo dei tori e non interconnessi. Questo significa che il cavaliere non solo deve mantenere l'equilibrio su un posatoio precariamente stretto, ma anche evitare che gli animali corrano simultaneamente in direzioni diverse - se il divario tra i tori cresce troppo, finisce per fare delle spaccature, e subito dopo, il fantino è sdraiato a faccia in giù nel fango. L'unica cosa a cui aggrapparsi sono le code dei tori. Anche il controllo degli animali non è un compito semplice. Poiché non si possono usare fruste, canne o stimoli per incitare le bestie e farle correre più velocemente, i fantini ricorrono a morderle nella groppa. Sì, è come sembra - mordere il culo di un toro mentre vola attraverso fontane di fango liquido. Questo è probabilmente lo sport meno igienico del mondo. Ciò che distingue Pacu Jawi rispetto ad altre gare simili è che la competizione non è realmente condotta per gli esseri umani. Il premio per il cavaliere vincitore può essere nominale, o, più spesso, immateriale - rispetto e ammirazione della comunità. Per lo piu', lo fanno solo per divertimento. Sono i tori che traggono il massimo beneficio da questo concorso - gli animali vincitori sono tenuti come allevatori. Hanno una vita perfetta, edonista - nessun duro lavoro sul campo, mucche illimitate, e un'esenzione dal destino comune del bestiame: il coltello da macellaio." Talvolta i tori escono dal percorso rischiando d'investire le persone. Mentre passiamo dall'altra parte della strada, perdo o mi rubano la macchina fotografica. Credo non siano passati nemmeno 10 min quando me ne accorgo ma, nonostante le ricerche, non trovo più la macchina. Veniamo avvicinati da ragazzi che dicono di aver visto chi l'ha presa, da qui è un continuo contattare altre persone, è una situazione piuttosto strana, inizialmente penso ad una richiesta di riscatto ma così non è, alla fine Sofia lascia il suo numero di telefono per vedere se per caso salta fuori: come ho fatto ad essere così stupida? Ripartiamo per il mercato di Bukkitinggi che, rispetto a quello di Padang, non è granchè. Torniamo quindi a Padang fermandoci a cena lungo la strada: colonie di formiche, gechi, insetti vari, sporcizia ma ottimi noodles!
18 Agosto 2019 Padang-Nias
Dopo un nuovo giro al mercato di Padang al mattino ricevo buone notizie: hanno ritrovato la mia macchina fotografica che potrò recuperare a Medan pagando il trasporto :-) Dirigiamo in aeroporto per il volo verso Nias, isola a nord-ovest di Sumatra, separata dallo stretto di Mentawai, popolata in passato dai temibili cacciatori di teste. All'arrivo, dividendoci nei taxi, raggiungiamo dopo diversi km il ns 'albergo' a sud dell'isola, la posizione sul mare è davvero molto bella, peccato che le stanze sono davvero indecenti anche se i proprietari sono gentili e cordiali. Facciamo una passeggiata sulla spiaggia ritornando indietro dalla strada e fermandoci ad osservare i surfisti che fanno bella mostra di sè. Ritroviamo gli altri in un bar in riva al mare e condividiamo una birra ristoratrice accarezzati dalla brezza. La cena a base di pesce è preparata dai nostri ospiti e da Sofia ma, durante lo svolgimento, assistiamo sconcertati ad una imbarazzante scenata da parte di Anna nei confronti di Marco. Certamente non condivido molte cose di questo viaggio e della gestione del capogruppo ma, una sfuriata del genere davanti ha tutti, è quantomeno inopportuna. In qualche modo si ripristinano le dinamiche di gruppo e la serata prosegue concludendosi con le chiacchiere in terrazzo fino a quando si scatena un furioso temporale.
19 Agosto 2019 Nias - Sibolga
Dopo colazione giochiamo a tetris con auto, persone e bagagli, c'è poco da fare, ci vuole un'auto aggiuntiva! Visitiamo 3 villaggi megaliticBawamataluo, Hhilismaetano e Orahili, con le tradizionali case di legno poggiate su palafitte incrociate. I sorrisi dei bambini riscaldano il cuore. Nel villaggio sono sparsi diversi pezzi di reperti archeologici niassani e dei conquistatori olandesi. Purtroppo non  assistiamo alla danza tradizionale Tulo-Tulo, con i danzatori vestiti con antichi costumi fatti di piume, ma ammiriamo il salto della pietra dove 2 ragazzi danno prova di coraggio saltando un altare a forma di piramide alto più di 2 metri. Andiamo a pranzo in un ristorante che cucina ottimi piatti tipici e successivamente proseguiamo verso il porto con qualche sosta lungo il percorso. La passeggiata in riva al mare tappezzata da spazzatura, mi fa rivalutare di molto le nostre spiagge, seppur spesso da noi violentate. Ceniamo al porto con pesce grigliato e ci imbarchiamo sul traghetto che ci riporta a Sumatra: abbiamo le cuccette in un open space condiviso con i locali, i miei piedi puzzano terribilmente anche se cerco di detergerli con le salviette. Quella scostumata di Eva indossa dei pantaloni che si aprono lasciando vedere le gambe, viene ripresa da un addetto, siamo pur sempre in un paese mussulmano. Ci adagiamo nelle nostre cuccette nella speranza che la traversata sia tranquilla, ahimè, ho la lampada sul letto che mi illumina a giorno.
20 Agosto 2019 Lago Toba (Samosir)
A parte qualche rollio più accentuato ed il bimbo che talvolta piange, la notte scorre veloce. Sbarcati dal traghetto saliamo sul pullman per il lunghissimo trasferimento al Lago Toba dove dobbiamo aspettare il traghetto. Mentre con Eva e Loredana gironzoliamo condividendo il tipico cicaleccio femminile, scoppia l'ennesima inutile polemica che si risolve con una Sofia in lacrime (così ci dicono). "Il lago Toba è un lago vulcanico di 100 km di lunghezza e 30 km di larghezza situato a nord di Sumatra. Il grande cratere si riempì d'acqua e al centro una nuova montagna che oggi raggiunge i 1600 metri di altitudine forma l'isola di Samosir." L'isola dà il meglio di sè dal traghetto, un po' meno lungo la strada asfaltata che percorriamo in 3 spiando il primo bacio della nuova coppia. A cena siamo in un posto davvero troppo lento nel preparare e servire così, per ammazzare il tempo, mi faccio leggere le carte da Loredana; abbiamo rimandato questa smazzata a lungo e la prendo sempre come un gioco, com'è giusto che sia ma, incredibilmente, legge cose che non potrebbe in alcun modo sapere...
21 Agosto 2019 Samosir
Visitiamo i villaggi Batak dell'isola che Modigliani, anni fa, esplorò così come tutta Sumatra. La nostra guida è prodiga di spiegazioni delle tradizioni e dei significati. Noi ragazze siamo chiamate, durante la rappresentazione di alcune danze tribali, a partecipare: non è affatto semplice muoversi con un sacco di riso in equilibrio sulla testa. Quando usciamo dall'ultimo villaggio visitiamo la scuola antistante; gli alunni di una 6a elementare ci cantano una canzone suonando i tamburi. Successivamente, sotto una pioggia antipatica, visitiamo la cascata Sipisopiso. "L’acqua sbuca da una spaccatura del monte, e cade in volume enorme da un’altezza di circa 100 metri con due salti; l’inferiore ne misura circa 40. Per molti metri si sollevano ancora gli spruzzi, che si spargono per ogni dove." Pranziamo con i migliori noodles del viaggio e visitiamo il mercato con i colori, i rumori, gli odori più variegati. Tornati in albergo visitiamo i negozietti incustoditi lungo la via, questo popolo non ha la minima percezione di un possibile furto, beati loro. In serata un buon pesce di lago alla griglia e la solita problematica gestione dei conti, uffa.
22 Agosto 2019 Samosir - Bukit Lawang
Giornata di trasferimento lunga e pesante, impieghiamo 11 ore a raggiungere l'eco lodge che ci accoglie nelle tenebre e sotto la pioggia, nell'intermezzo c'è il pranzo con nasi goreng e papaia, il recupero della mia macchina fotografica, la disperata ricerca di un distributore che abbia gasolio per il nostro pullman, un caffè in un bar dove mi chiedono di cantare (fossi brava!). La location che ci ospita è bella e confortevole, peccato solo che non ci sia acqua calda. Sofia, tirando le somme di questo viaggio, si scusa ed è dispiaciuta dei malumori e per quello che non è andato per il verso giusto, una cosa la condivido senza remore: siamo in Indonesia, non in Italia, certe pretese possiamo averle a casa nostra altrimenti non saremmo viaggiatori ma turisti, e c'è una bella differenza.
23 Agosto 2019 Bukit Lawang - Medan
Salutiamo definitivamente Sofia con abbracci e molte sue lacrime. Dopo un breve briefing iniziamo il trekking nella giungla, dove sudiamo le note 7 camicie, e forse qualcuna in più. Gli orango tango si palesano davanti ai nostri occhi, con emozione osservo madre e figlio con il naso all'insù: le braccia lunghe, il pelo rossiccio, il muso pacato, gli occhi dolci. Ne incrociamo diversi nel nostro incedere, tra le foglie degli alberi, l'umidità al 200% ed i rumori sommessi e non della natura. Concludiamo il trek in riva al fiume, dove ci aspetta il buon pranzo al sacco che le scimmiette cercano di rubarci. Giusto il tempo di togliere i vestiti e discendiamo il fiume facendo un blando rafting su camere d'aria, fino a tornare al lodge. Ci cambiamo riprendendo i bagagli per tornare a Medang. Ultima cena a Sumatra con gamberi alla griglia che sono in realtà una specie di frittata e l'immancabile Bintang.
24 Agosto 2019 Medan - Jakarta - Milano
A differenza di quanto previsto, scopriamo che in mattinata è previsto un piccolo giro in città: visitiamo la Grande Moschea con le decorazioni azzurre, il palazzo Maimun nei toni del giallo, e spendiamo le ultime rupie in un centro commerciale per poi iniziare il lungo viaggio di ritorno.

Cosa resta: una popolazione estremamente cordiale, accogliente e gentile, diverse belle esperienze intervallate da trasferimenti troppo lunghi, gli ultimi sciamani che però non sembrano più autentici, nasi goreng, noodles e spesso birra, siamo partiti in 4 e torniamo in 5 in un gruppo di 16. Qualche giorno dopo il nostro ritorno, veniamo messi al corrente che la dolcissima Carla è ricoverata in un reparto infettivi a Roma per aver contratto la dengue. Si ristabilisce grazie alle cure mentre noi siamo contattati da AnM e, chi sì chi no, dalle ASL locali. Fortunatamente nessun caso di malaria nonostante l'alto rischio.

Rivivendo ora questo viaggio attraverso quello che ho scritto, lo rivaluto, perchè il tempo elimina le cose negative lasciando solo i ricordi più belli.

Frog

1 commento:

  1. Bel viaggio (nonostante tutte le problematiche e gli equivoci), sicuramente più col senno del "poi poi" e precisa e gradevole descrizione del suo svolgimento 😉

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