mercoledì 12 luglio 2017

MESETAS 5: BUSINESS IS BUSINESS


Camminare la mattina prima dell'alba è bellissimo, soprattutto in questi giorni nei quali si sono visti una splendida luna piena ed anche un cielo sereno trapuntato di stelle.
Però la mattina, anzi soprattutto la mattina, si fa fatica a non sbagliare strada, non tanto perché è buio (ho una mini-torcia a led, omaggio AVIS, che è potentissima), ma soprattutto perché trovare le frecce nei paesi - e più ancora nelle città - è difficile e complicato, essendo molti i cartelli e i segnali presenti.
A volte è difficile anche di giorno, soprattutto quando i vari albergues o bar si contendono i pellegrini: allora tracciano frecce gialle che fanno arrivare al loro esercizio commerciale, frecce diverse che spesso indicano l'una contro l'altra direzioni diverse, per cui il pellegrino non sa più qual è il Cammino, o per lo meno non sa come evitare di percorrere qualche centinaio di metri non utili a lui.




La situazione peggiore stamattina all'ingresso di Sahagún: 2 frecce che mostrano direzioni diverse (vedi prima foto) e poi proseguono, ma che, una volta arrivate a destinazione, si interrompono del tutto.
"E adesso dove devo andare?".
Tra l'altro, al mattino alle 7 a chi chiedi?
Probabilmente sono fortunato, ma finora ho sbagliato strada solo 2 volte (una da solo e una con Tomo, dotata di traccia GPS), allungando al massimo di un paio di centinaia di metri il percorso più corretto.
È curioso, ma comprensibile, che i cartelli pubblicitari non siano sulle carreteras delle auto, ma sui sentieri dei pellegrini: sono questi ultimi i veri clienti.
Ieri, però, il fatto che all'ingresso di un paese ci fosse un tizio che ti interpellava consigliandoti un albergue (il classico "buttadentro"), senza neanche salutare né augurare "buen Camino" mi ha molto infastidito. Tra l'altro erano le 11 di mattina: non era nemmeno l'orario giusto per cercare il posto per la notte!





Probabilmente dovrò fare un training per passare oltre queste situazioni, perché l'impressione è che, man mano che si procede, aumentino.
C'è una legittima necessità di lavorare (ieri sera ho cenato volutamente in un locale dove non c'era nessuno, trattato molto bene e con una cucina dignitosa), ma qui stride, è dissonante la volontà di arricchirsi, guadagnando il più possibile e rapidamente.
I pellegrini sul Cammino ci sono sempre, tutti i giorni, e rappresentano una fortissima testimonianza di spiritualità: non possono essere trattati come polli da ingrassare o da spennare.
Credo però che sul "fiume" ininterrotto dei pellegrini dovrò tornare.

P.S. Grazie per la compagnia.
Permettetemi un commento "in lingua", che non sono stato capace di aggiungere al post precedente questo (poi mi farò istruire da Stefania): "Se i giùin del dì d'incö ìn 'me Elisa e quìi che vèdi qui, semm verament miss bèn. 'In no ciàcer".

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