Sabato sera, quando apro la finestra per buttare una bottiglia di birra vuota, all'udire i litri e litri di pioggia scendere inesorabilmente con una certa premura, mi son chiesta: 'Perchè cacchio mi sono iscritta a Pavia?!?. Puntare poi la sveglia alle 6 non ha fatto altro che accentuare il mio dubbio.
Domenica mattina, con le tenebre che ancora avvolgono la casa, mi sono ben guardata dal sollevare una tapparella e tendere l'orecchio. Si parte in auto sotto un leggero pioviggino e ci si augura che resti tale; così è! Che bello rivedere le salamelle imbacuccate ma pronte ad affrontare la sfida. Chi pensava inizialmente di fare i 13 km, non ha avuto scampo e ha dovuto accompagnare gli altri, i più, sui 18, perchè insieme la fatica si affronta meglio, e perchè tra 2 settimane c'è la Scarpa d'oro o, come l'ho ribattezzata io, la ciabatta di plastica! Che dire, bella corsa, il percorso buona parte sterrato ma praticabile, alcuni tratti rimandano alla Mezza di Pavia, il Ticino lì vicino placidamente ci accompagna. Certo, freddo e fatica si fanno sentire, ma le magliette verdi incentivano a non mollare fino alla fine, dove un gran bel ristoro attende i podisti.
Alla prossima e ancora tanti auguri a Gigi
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