martedì 1 marzo 2011

Bologna-Cento ovvero tortellini-zia

Dopo la meravigliosa salamellando, e l'esame d'inglese che mi ha costretto ad un intensa domenica pomeriggio di studio (seeeeh), al volante della mia fedele 206, raggiungo Bologna per il 2^ "Sciamma carnevalesco tour". Ad attendermi la sciamma-Fede: abbracci, baci e poi via verso  il centro non senza una doverosa sosta all'agognato negozio di intimo che anche questa volta non viene depredato per mancanza di tempo. In piazza, infatti, è già arrivata la sciamma-Manu travolta dall'esternazione sincera di giubilo. Dopo una breve sosta per un pranzo leggero dove le bocche non hanno smesso un attimo di ciarlare, andiamo a visitare uno dei luoghi preferiti da Fede, la storica Certosa, in pratica un enorme cimitero, città nella città, ricco di statue, alcune delle quali di straordinaria bellezza, e carico di misticismo a volte inquietante. La meta successiva è la salita a San Luca, e salita è il termine corretto, si percorre in processione, per ringraziare una buona riuscita o per esercizio fisico, beh, i glutei sicuramente ringraziano! Arrivate in cima con un po' di affanno e spogliate delle giacche, riprendiamo fiato godendo del paesaggio e del sole che scalda i nostri visi. Scendiamo per arrivare nuovamente in centro dove, davanti ad una tazza di the, incontriamo la sciamma-Marghe, ascoltiamo le sue novità e l'aggiorniamo delle nostre, ci promettiamo un raduno per una delle sue mostre. Si è fatto tardi così salutiamo Marghe, prendiamo le auto e dirigiamo verso Cento. L'accogliente appartamento di Fede viene  messo sottosopra da noi 3 che prepariamo velocemente la tavola per una succulenta cena a base di pomodorini ripieni, rondelle di tonno, torta di formaggi, tortellini rigorosamente in brodo, vari tipi di pane, torta di riso, pinza con mostarda, il tutto annaffiato con una bottiglia che, zot, evapora, e il famoso vov fatto in casa espressamente richiesto dalla sottoscritta! Quando finiamo a malapena troviamo la forza di arrivare a letto, quindi crolliamo velocemente tra le braccia di Morfeo. Il giorno seguente, dopo una più che generosa colazione, scendiamo per una passeggiata con shopping nella città già chiusa per il carnevale, entriamo quasi per caso nella Chiesa del Rosario e il custode, prendendoci in simpatia, ci racconta storia ed aneddoti, è incredibile quello che si nasconde dietro ad uno sguardo poco attento. Ammiriamo anche il laborioso presepe messo in opera dal nostro cicerone e, dopo aver promesso Fede come provetta archeologa per la prossima estate, usciamo nuovamente per strada. Cento è una graziosa cittadina a misura d’uomo, ricca di storia e cultura, mi auguro che i suoi abitanti se ne rendano conto e spero che i turisti non si soffermino solo sul carnevale. Intervalliamo il pranzo a suon di antipasti, zia ferrarese, purè, salame nostrano, dolci e un'altra bottiglia di rosso, con il passaggio dei carri sotto il terrazzo, salutiamo sorprendendoli i 'lanciatori di regali', che normalmente guardano verso il basso, e prendiamo al volo gli omaggi per i nipoti di Manu. Scendiamo in strada mescolandoci alla folla ma una pioggerellina insistente non permette l'ottima riuscita della sfilata. Quando la sveglia suona nella tasca dei miei jeans, usciamo dalla città, ci stringiamo in un abbraccio collettivo rimandando alla prossima occasione, e torniamo ognuna alla propria casa. Grande assente giustificata la sciamma-Ila, ci sei mancata tantissimo, ma troveremo una scusa qualsiasi che consenta un nuovo raduno, infondo, come dico sempre, volere è potere, e noi vogliamo! Grazie care amiche, alla prossima...

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