A 3 anni di distanza ritrovo parte del gruppo Bolivia. Mentre aspettiamo al check in di Malpensa, un trolley blu, abbandonato, viene circondato da 4 militari armati: cominciamo bene! Mentre la fila avanza, dopo un bel po' di monitoraggio, la valigia viene scansionata (non solo dagli sguardi dei presenti) e portata via. Roba da matti, vorrei proprio scambiare 2 parole con chi l'ha dimenticata. Il volo per Madrid parte con molto ritardo, arriveremo mai in tempo per il volo successivo? Boh, intanto me la dormo fino a destinazione. Quando arriviamo in prossimità del gate, l'aereo sosta e si spegne completamente, chi ha una coincidenza scalpita. Quando finalmente usciamo abbiamo 1/2 ora per raggiungere l'altro gate, le indicazioni dicono 24 min. e così è, riusciamo perfino a presentarci al gruppo Roma prima di salire sul volo per Lima.
05/08/2016
L'imbarco, la partenza, la cena, la nanna, la colazione: in quasi 12 ore di volo se ne fanno di cose. Arriviamo a Lima...
e l'impatto con la città è il solito: aria irrespirabile, traffico, brutture. Nell'albergo d'appoggio con 2 stanze, una per i maschietti ed una per le femminucce, si fa la doccia uno dopo l'altro: è facile socializzare con chiappe all'aria, tette al vento, cellulari in mano alla ricerca del wi-fi :-) Nuovamente per strada visitiamo P.za de Armas, P.za San Martin, la Chiesa de la Mercedes, il museo di San Francesco e la relativa Chiesa dove celebrano messa. Torniamo in P.za de Armas per il cambio della guardia: c'è la banda, i corazzieri che marciano ma altro che cambio, se ne vanno tutti quando lo spettacolo finisce! Pranziamo con un panino alla simil porchetta e cipolla, al bar Cordero, successivamente recuperiamo il bagaglio e dirigiamo al museo Archeologico Nazionale. Nonostante la stanchezza cominci a farsi sentire, il museo fa bella mostra dei suoi reperti di varia natura. Ripartiamo sostando brevemente a Miraflores, la Beverly Hills di Lima, che si affaccia sull'oceano; qui la città mostra un aspetto completamente diverso e piacevole. Risaliamo nuovamente sul pullman che, dopo 4/5 ore, percorrendo la Panamericana, ci porta a Paracas. L'albergo è carino ed accogliente, al ristorante ordino una Chita intera alla parilla. Togliere le lische è impegnativo ma il pesce è decisamente buono! (Pensavate mi fossi mangiata una scimmia?) Ancora una doccia calda prima del meritato riposo, quando ce n'è, meglio approfittare.
06/08/2016
La colazione è servita in terrazza dove si gode una squallida vista sui tetti degli edifici in costruzione (stile Calabria) ma, allungando lo sguardo oltre, c'è il mare con le barche di pescatori. Ci aspettano le Isole Balestas che raggiungiamo in barca: niente spruzzi, niente guano sulla testa, comunque eravamo bardati per ogni evenienza. Osserviamo il petroglifo del candelabro e poi le isole con un'infinità di pellicani, cormorani, qualche leone marino ed i pinguini Humboldt. Quando torniamo ripartiamo per l'oasi di Huacacina dove ci attendono 2 dune buggy. Il percorso è sballottolante e divertente, le dune, come sempre, affascinanti. Percorriamo alcune discese con le tavole da snow, rigorosamente sdraiati, yuppaaa! Torniamo alla base dove sono pronti i ns panini light, perché la tappa successiva è Nazca, con il volo sulle famose linee. L'aeroporto ri-apre giusto al ns arrivo essendo diminuito il forte vento, Fabiana ed io siamo catapultate sul cesna insieme a 2 canadesi ed al pilota e copilota. Si decolla e si arriva in prossimità delle figure indicate dal copilota, non sempre riesco a distinguere il disegno nei pochi secondi in cui siamo inclinati dalla mia parte ma, quando riesco, è davvero incredibile ciò che vedo (come cavolo hanno fatto?). Incliniamo a dx, sx, dx...dopo un po' il mio stomaco comincia a non essere proprio contento, sudo freddo, mi manca l'aria, afferro l'optional del sacchettino e combatto con i conati che non danno seguito per lo stomaco vuoto. Decisamente mi diverto meno ma resisto fino alla fine, Fabiana non fa una piega, che fisico! Quando atterriamo le foto di rito e poi del sano riposo in pullman chiacchierando con l'autista, nell'attesa degli altri. Anche Eva, Serena ed Enrica sono verdognole. Pernottiamo a Nazca e domani il lungo viaggio per Arequipa.
07/08/2016
11 ore di viaggio previste diventano 13; costeggiamo l'oceano ed alcuni scorci sono davvero suggestivi. In pullman si chiacchiera, si sonnecchia, ci si ferma per qualche foto, degustiamo olive, ci accodiamo ad una colonna di tir a causa di uno ribaltato, trasporta birra, quanto spreco, sigh! Con Loredana comincio a cantare qualche canzone che arriva dall'ipod, l'amica è davvero stonata tant'è che il pullman si spegne, off! Fortunatamente, dopo qualche tentativo, riparte (ma questo lo scrivo in tutti i miei diari con AnM, mi stupirebbe il contrario). Francesco si unisce al duetto, si canta quello di cui abbiamo base musicale e memoria del testo, per poi passare alle sigle dei catoni animati degli anni 70/80. Paolo, il coordinatore, scuote la testa mentre l'ilarità ci accompagna fino a destinazione, finalmente! Mini-passeggiata per hamburger e patatine.
08/08/2016
Visita della città: cominciamo dal monastero di S.ta Catalina, una cittadella nella città, ben tenuto, colorato, originariamente le suore di clausura avevano mini-appartamenti e servitù, mi ricorda la storia della Monaca di Monza. Quando usciamo andiamo al museo Santuarios Andinos, dove troviamo la mummia Juanita. La storia di questa piccola bambina è da una parte tragica, ma anche magica. Mentre la osservo nella penombra della sua bara di ghiaccio, non posso che provare emozione pura. Dopo la visita girovaghiamo per il mercato bevendo ettolitri di succo e frutta fresca, la missione è: batterie per la macchina fotografica di Enrica, casse bluetooth per il canta-giro di Francesco e occhiali da sole per Eva (che ha lasciato in uno dei pullman). Ci ritroviamo tutti per la visita alla casa del Moral, poi su al miradores per il tramonto sul vulcano che non aspettiamo (ed il servizio fotografico alla modella), e la visita alla cattedrale. Giusto il tempo di una doccia e siamo nuovamente in strada per un aperitivo, troviamo un bel posticino dietro la cattedrale, con terrazzo, ordiniamo e nell'attesa si discute sulle differenze dell'aperitivo di Milano, Bologna, Torino e Roma. Beh, ad Arequipa funziona che ti portano doppio bicchiere, ovviamente non si butta via niente, ed io trangugio i miei 2 Pisco. Scendere la ripida scala con il nuovo tasso alcolico, non è banale :-) Arriviamo a cena già belli allegri, ordino un alpaca marinata in vino e rosmarino (giusto per restare in tema), purè e verdure lesse, come antipasto la palta rellena (avocado riempito con verdure, pollo e maionese), tutto moooolto buono, mentre i musici suonano dal vivo e tentano di venderci i loro cd. Rinuncio all'ennesima passeggiata post cena favorendo un sonno ristoratore.
09/08/2016
Dopo colazione partiamo per Chivay; il paesaggio cambia, diventa montagnoso e brullo ma di una bellezza struggente. Stiamo salendo e l'altitudine si fa sentire nonostante il Diamox, è come se qualcuno mi schiacciasse a terra, fortunatamente la musica e le chiacchiere sortiscono un certo effetto placebo. Al passo Patopampa i 4910mt si sentono tutti. Svalichiamo e scendiamo diminuendo il senso di oppressione. A Chivay posiamo i bagagli in albergo, è un punto d'onore per me trasportare autonomamente il bagaglio, ma proprio non riesco a salire il 2o piano di scale con il trolley alla mano. Mi sforzo a seguire il gruppo in un trek e faccio bene perchè il malessere, pian piano, si attenua, mentre mi guardo attorno ed il vulcano sbuffa. Il pullman ci recupera dopo qualche km portandoci alle terme, l'acqua calda è da una parte sollievo, dall'altra abbassa ulteriormente la mia pressione, così si sta un po' fuori all'aria fredda, un po' a mollo. Si torna in albergo per una doccia rilassante e lunga, così i vapori riscaldano un pochino la stanza gelida. La cena gustosa è a base di zuppa di quinoa e trucia con papaia, purtroppo i musici non smettono mai di suonare diventando fastidiosi. Si torna per la nanna, la temperatura si è abbassata parecchio e domani sarà una lunga giornata (beh, come le altre).
10/08/2016
Sveglia alle 4:50 e partenza per il Cruz del Condor, scendiamo un po' prima dal pullman in modo d'avvicinarci in cammino. Il canyon è profondo, i condor risalgono le correnti ascensionali tra i click delle macchine fotografiche. Mentre tutti cercano di carpire un'immagine degna, mi sento toccare una spalla ed Enza dice "Sto svenendo", mentre girandomi le chiedo "Stai scherzando?" non finisco la frase che lei si accascia a terra. Non perde mai completamente i sensi e, pian pianino, si rimette seduta. I condor passano in secondo piano, pazienza, lei è più importante di un click. I rimedi più disparati le vengono proposti dai local, tra un grazie e l'altro, rimettiamo la ns stangona in piedi fino al pullman. Sulla strada del ritorno diverse soste ai vari mirador ove insistono le solite bancarelle. L'ultima fermata mi fa constatare che il Perù è diventato davvero molto turistico; le donne sono vestite con abiti tradizionali, e accompagnate da alpaca agghindati, per farsi pagare per la foto. Tutto ciò mi mette un po' tristezza. Torniamo a Chivay per il pranzo in un self service, e ripartiamo per Puno. Il paesaggio che scorre dal finestrino ricorda molto la Bolivia. A Puno ceniamo in un ristorante con diverse foto d'italiani alle pareti, emigrati di altri tempi, che hanno importato il forno e la pizza. Stasera festeggiamo il compleanno di Renato e Pietro con una maxi torta, ed un pensierino avvolto nella carta igienica, cos'è? Un orribile portachiavi con il condor :-)
11/08/2016
Partiamo da Puno, in barca, per le isole degli Uros. Queste isole galleggianti, nonostante siano estremamente turistiche, sono costruite ed abitate da questa popolazione. La sensazione che si prova camminando su questi strati di canne è particolare, penso che buffo sarebbe organizzare una corsa in questo habitat: la mezza galleggiante! Gli abitanti sono cordiali, certo, marchettari, ma se non approfittassero dei turisti in che stato vivrebbero? Dopo il giro in barca, ed il timbro sul passaporto, risaliamo sul battello che ci porta all'isola Amantani. Al ns arrivo uomini in abiti eleganti, e donne con ampie gonne e scialli ricamati sul capo, siedono sul muretto con i visi cotti dal sole. Dovremmo essere divisi a 2 a 2 tra le famiglie, invece 4 ragazze finiscono in una famiglia, e noi altri nell'ostello che è più carino dell'albergo appena lasciato. La proprietaria ci prepara il pranzo a base di zuppa di quinoa e riso con verdure, accoccolata vicino ai fornelli, mentre il marito apparecchia e serve. A fine pasto la musica ci attira alla finestra: c'è festa in paese. Osserviamo i suonatori in p.za e le danzatrici, mentre casse di birra vengono svuotate dai paesani. C'incamminiamo verso le cime Pachatata e poi Pachamama, la salita presenta non poche difficoltà per la mancanza di ossigeno e le pendenze. La fatica è però ripagata dallo spettacolo del tramonto sul lago Titicaca (3812mt altezza). Discendiamo e c'è ancora festa in paese, si susseguono i falò in p.za. Ceniamo nuovamente dai ns ospiti e siamo recuperati da Serena ed Enrica, che indossano abiti tradizionali, per la festa di musica e balli. Giusto qualche danza per farci venire il fiatone e tutti a letto.
12/08/2016
Dopo una colazione a base di mate, panetti fritti e pancake, partiamo con la barca per l'Isla Taquile. Al porto cominciamo il trek che attraversa l'isola, a metà strada sostiamo in paese, qui sono gli uomini che fanno la maglia. Ci spiegano i vari abbigliamenti degli uomini a seconda dello status: celibe, sposato, persona importante. E' il cappello che fa la differenza, per le donne, invece, è come viene portato lo scialle, ed il colore dei pom-pom. Dopo la spiegazione, dato che ci siamo, pranziamo con zuppa, omelette e patate fritte, sono le 10:30. Successivamente percorriamo il resto della strada, fino al porto dove la barca ci riporta a Puno. All'arrivo prendiamo il pullman per il sito archeologico di Sillustani, dove insistono le torri funerarie inca su un'altura che sovrasta 2 lagune, una prosciugata, l'altra scambiata per l'estensione del Titicaca. Torniamo a Puno per ""lavarci"" (doppie virgolette) prima di cena, alle 22 ci attende l'autobus notturno che certamente assumerà un odore di vissuto.
13/08/2016
Arriviamo a Cuzco alle 5:00 dopo una notte di dormi-veglia: non è da tutti appisolarsi in autobus. Quando arriviamo in albergo, abbiamo a disposizione solo una stanza prima che vengano pronte le altre, quindi ci sta solo una lavata di faccia e d'ascella, la colazione e poi via per la città. Visitiamo il convento di Santo Domingo con il museo di Koticuacha, interessante nonostante la guida ripetitiva; per farla breve, Cuzco è l'ombelico del mondo! Quando usciamo torniamo in albergo per la doccia, cui segue un veloce pranzo con tramezzino di olive, avocado e asparagi, accompagnato da verdure: gustoso! Ci troviamo tutti per partire in direzione 4 Ruinas, la spiegazione di Renato la guida, è interessante, ma il ragazzo non ha proprio il dono della sintesi. Visitiamo anche un centro di artigianato locale, dove ci spiegano la differenza tra sintetico e fibre naturali di vigogna e alpaca. Ritorniamo in albergo con le ossa ghiacciate per ripartire subito per la cena, a base di crema di asparagi e lomo alla griglia. Quando usciamo facciamo un giro nella p.za de Armas piena di gente poi, con Eva e Loredana, raggiungiamo Mariano, ns compagno del viaggio in Mongolia: piccolo il mondo! ;-) Dopo aver preparato lo zaino per 3gg si crolla a letto, qui bisogna recuperare.
14/08/2016
Partenza per Chincero, a mio avviso il paese più bello tra quelli visitati fin qui: piccolo, ordinato, le case di mattoni bianchi dai tetti rossi e rosa, viottoli in salita con canali di scolo centrali, e poi i terrazzamenti del sito, le montagne intorno, il cielo azzurro punteggiato di nuvolette bianche, le donne che stendono la merce sul prato, o le patate a seccare. Turisti calati nel quotidiano, visi abbronzati ma dolci e sorridenti, inutile dire che sono affascinata. Proseguiamo per i terrazzamenti a Maras, straordinari: sono buchi nel terreno terrazzati, perfettamente concentrici, i cui molti significati sono stati dati nel tempo. Successivamente visitiamo le saline di Moray, non ne avevo mai viste di così estese, con l'acqua sorgiva salata che arriva dalla montagna. Proseguiamo il ns viaggio abbracciando con lo sguardo, vallate coltivate su cui campeggiano le Ande, fino a Ollantaytambo, e qui saliamo sul treno per Aguas Calientes. Il trenino è puntuale, i sedili in pelle impunturata, i tavolini di legno, offrono una merenda a la carte, tre chich. All'arrivo una compilation di bancarelle, ristoranti, alberghi: un posto nato per il turismo. La cena si svolge tra scoppi di risa: i camerieri escono a recuperare parte delle comande, capiremo poi che recuperavano dei piatti dal ristorante dirimpettaio gemello. All'uscita facciamo un giro per p.za Armas (sì, c'è ovunque) e tutti a letto, domani è il grande giorno.
15/08/2016
Sveglia alle 3 e siamo in coda alle 3:30, c'è già un bel po' di gente. Alle 5:00 cominciano a partire i primi bus per Machu Picchu, il ns è il n.19. Arriviamo ai cancelli d'ingresso dove la coda ai tornelli scorre veloce, meno quella per i bagni fuori dal sito. Si sale un po' ed eccolo, uno dei siti più famosi al mondo, si mostra ai ns occhi, quando ancora il sole deve spuntare dalle montagne. Il timore di rimanere delusi dopo averlo visto così tante volte in foto, è subito rimosso. Visitiamo il sito per 2h con la guida, poi andiamo a "buscar la foto classica" dalla casa del guardiano. Di lì risaliamo la montagna per un trek faticosissimo di 1h30, verso la cima. Sono tutti gradoni: no, dico, bravi sti Inca, ma dobbiamo rivedere la quadratura delle scale! Conquistare la vetta e osservare il sito laggiù, circondati dalle montagne, riempie d'orgoglio. La maglietta salamellica, pregna di sudore, è arrivata con me, quanti km mettiamo in classifica? La discesa è una tortura senza fine, sia per la mia ben nota paura delle discese, che per la necessità di un bagno, comunque arrivo al cancello! Dopo la pausa pranzo, ripartiamo per la Porta del Sol, 1h di cammino meno faticoso, ma post devastazione. Quando arrivo in cima non ho la forza di guardarmi attorno e stramazzo al suolo, dopo un po' di riposo osservo questa nuova, piacevole, prospettiva. Torniamo indietro per proseguire verso il Ponte Inca, concludendo il giro con non poca soddisfazione. Quando usciamo dal sito la scelta tra pullman e camminata, verte sulla camminata, giusto per farsi altro male. I gradini offendono ulteriormente quadricipiti e polpacci, a metà strada, con le mie 2 socie, optiamo per il percorso più lungo per strada, e non per il corto a gradini. Ora sì che le gambe rispondono meglio. Arriviamo con l'approssimarsi delle tenebre, mentre gli spazzini caracollano in discesa i carretti della basura. Quando arriviamo finalmente in albergo, ci attendono 4 piani di scale, ed una doccia tiepida. A cena in 4+2 ci scoliamo (letteralmente) 4 lt di birra, do il mio sostanzioso contributo senza batter ciglio, l'arsura patita durante la giornata, fa evaporare i liquidi. La passeggiata post-cena non ci sta, e neanche l'aggiornamento di questo diario, solo Morfeo mi attrae.
16/08/2016
Dopo una pessima colazione servita da ragazzi con una mano in tasca, della serie voglia di lavorare saltami addosso, riprendiamo il treno per Ollantaytambo. Al ns arrivo ritroviamo la guida Renato (quello prolisso), con cui visitiamo l'omonimo sito. Dopo Machu Picchu sembra tutto meno interessante.Costeggiare la montagna a strapiombo mi ricorda i racconti sulla caduta di Fabrizio ieri, è stato molto fortunato! Ripartiamo per il pranzo nel forno tipico Puntachaya, a base di empanadas di farina di quinoa, con vari ripieni: gnam, squisite! Dopo pranzo visitiamo il sito di Pisaq, è quantomeno comico il movimento irrigidito di chi non trekka normalmente, e la continua ricerca di un posto a sedere. Nel mezzo del rientro a Cuzco, tadaaaan, si rompe il bus! Nell'attesa del sostitutivo, la guida ci abbandona, Francesco attacca la musica, tutti cantano ed io scrivo. Dopo circa 1/2h siamo nuovamente per strada, a Cuzco ceniamo in un bel ristorante che prepara i piatti con molta cura, io ordino Crema de lo Inca e Alpaca 2 way: squisiti entrambi, ma decisamente abbondanti.
17/08/2016
Una parte del gruppo parte alle 3:00 per un trek alle montagne colorate, in 2 restano a bighellonare in città, gli altri, me compresa, optano per il rafting. Siamo su un affluente dell'Urubamba, equipaggiati con mute, giubbetti e caschi. L'acqua è freddissima ma il sole scalda, ed il divertimento è al massimo. Impieghiamo 1h20 a ridiscendere il torrente, per tornare al campo base, siamo infreddoliti perchè il cielo si è coperto, e spira un vento contrario che non facilita la discesa. Fabiana viene ripresa più e più volte dal ns capo-guida, tra le risate di tutti. Quando arriviamo ci catapultiamo nella sauna, ovvero una stamberga con una stufa, comunque l'ideale per alzare la temperatura corporea. Pranziamo con milanesa de poio, riso ed insalata, niente male per una cucina improvvisata, meglio sorvolare sull'igiene delle stoviglie ;-) La zip-line salta a causa del vento, così torniamo in città, dove incontriamo i trekkers che ci raccontano entusiasti, tant'è che Loredana, Enza e Fabiana, decidono di andare il giorno dopo. Lory prova a convincermi ad andare con loro, ma non se ne parla, devo ancora recuperare in toto l'uso dei muscoli, e l'altitudine non fa per me!
18/08/2016
In mattinata visitiamo gli ultimi 2 siti archeologici con la guida: uno, Tipon, è un gioiello d'ingegneria idraulica, l'altro, Pikillacte, presenta incredibili strade dritte e ordinate. Nel pomeriggio si vagabonda in città, al mercato dove lo shopping regna sovrano, e la sera un aperitivo a base di pisco, nacios e patatine. La cena si svolge poco distante, in un ristorante gettonato ma, francamente, alcuni piatti erano decisamente più buoni in altri posti. Ultima palta rellena e ordino uno stufato di non so bene quale animale, gli ossi sembrano la colonna spinale del bestione preistorico visto al museo! Per concludere il famoso cuy, ovvero il porcellino d'india, Bagos s'era raccomandato che lo assaggiassi. Quasi tutti lo guardano schifati, alcuni non osano provare, io non me lo faccio ripetere 2 volte allungando il piatto e mi piace, ma gli ossicini sono davvero troppi. Dicono che la parte migliore siano gli occhi e le guance: ci crediamo sulla fiducia!
19/08/2016
Ultimo giorno passato a visitare il museo regionale e la statua di Pachacuteq. Gli ultimi sol li spendo in 2 presepi che ho cercato in lungo ed in largo. Si riparte e, a Lima, salutiamo Eva, Renato, Loredana, Paolo, Enrica, Omar, Serena, Fabiana, Barbara e Gianluca, che proseguono per l'isola di Pasqua. In aereo il mio vicino viene chiamato in disparte dal pilota e dalle hostes, Francesco ed io ci guardiamo in faccia perplessi, ma il soggetto dorme tutto il tempo (forse era semplicemente ubriaco non molesto). A Madrid, salutiamo Enza, Fabrizio, Rossana e Pietro, infine a Malpensa, saluto Francesco.
Ecco, si torna a casa dopo un lungo viaggio, uno di quelli che erano nella mia to-do list, e nulla mi ha deluso, se non l'europeizzazione dei peruviani, che credo abbiano perso un bel po' della loro identità.
Buena suerte a todos
Frog
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