martedì 25 gennaio 2011

Torino e dintorni

8:14 Rita ed io prendiamo il treno per Torino, stranamente in perfetto orario, dopo il cambio a Novara, le 1000 chiacchiere e gli sguardi fuori dal finestrino al paesaggio che cambia, arriviamo a destinazione. Cartina alla mano dirigiamo verso il B&B e veniamo accolte dalla proprietaria che gentilmente ci mostra una cartina evidenziando tutti i punti d’interesse e dove provare qualche piatto tipico. Ripartiamo a piedi in direzione centro, le prime foto e vengo fermata da un distinto sig. che mi fa una domanda particolare riguardo quello che sta succedendo il Pza San Carlo, eheh, cominciamo bene. Ancora qualche foto e mi fermo per decidere la direzione consultando la cartina, un auto al ns fianco mette in moto, guardo i 2 uomini e ritorno alla cartina, questi suonano li guardo e mi fanno cenno di spostarmi, la piazza è enorme e possono muoversi come vogliono, li ignoro nuovamente infastidita, Rita vede che mostrano la paletta, ehm, probabilmente sono 2 poliziotti in borghese che stanno facendo un appostamento e io mi sono piazzata davanti alla loro visuale (e siamo a 2)! Continuiamo verso il palazzo Reale, mentre facciamo qualche considerazione e apriamo nuovamente la cartina per dare un nome a quello che ci circonda, si avvicina un altro sig. chiedendoci se abbiamo bisogno d’aiuto. Non so come ci ritroviamo a passeggiare un po’ con lui che fa il cicerone e, prima di lasciarci, ci offre uno squisito caffè con cioccolato e panna in un ‘bar’ antico con pannelli di legno e lampadari di cristallo “Non sapevate di avere un nonno a Torino (n.ro 3). Dirigiamo verso la Mole ma il rumoreggiare delle ns pance ci porta da Betti dove prendiamo agnolotti al brasato e un bicchiere di dolcetto. Dopo pranzo andiamo verso la Mole, saliamo in cima, ammiriamo il paesaggio e ci facciamo fare una foto da 2 ragazzi stranieri, uno dei 2 chiede una foto e mentre mi appresto a scattarla scopro che invece vuole una foto insieme (ahahah, 4). Scendiamo dalla Mole e percorriamo i portici, il naso all’insù verso i palazzi barocchi o liberty con i lucernari sui tetti che fanno molto Parigi, o almeno così è nella mia testa, le vetrine dei negozi sono spesso facciate di precedenti attività lasciate inalterate come richiesto dal comune, tal volta all’interno si scoprono vere chicche. Torino è una città esoterica e passiamo dalla p.za della magia bianca, pestando per benino i piedi sul punto più positivo, meglio non rischiare, e poi dalla p.za della magia nera dove l’imbrunire e la conformazione del monumento rende inquietante il luogo, ma è solo suggestione. Ritorniamo verso la Mole percorrendo un’altra strada, visitiamo il Santuario e non c’è tempo per una pausa al Biccerin, proseguiamo raggiungendo la Porta Palatina e i resti romani, entriamo nel Duomo ove è custodita la Sacra Sindone e torniamo alla Mole x la visita al museo del cinema fino ad orario di chiusura, interessante. Il freddo pungente e l’ora ci porta successivamente alla Trattoria Piemontese, stracotto, finanziera, bagna cauda e barbera la fanno da padrona. Quando usciamo torniamo faticosamente verso il B&B percorrendo il lungo Po’ per un sonno ristoratore, si fa x dire! La mattina dopo prendiamo l’autobus per Sissa, ovviamente attaccando bottone al conducente, e di lì il divertente trenino a cremagliera che ci porta a Superga, la vista spazia su tutta la città e le alpi, una piccola sosta al monumento dei calciatori del Torino periti in un incidente aereo proprio sulla collina e torniamo giù. Dirigiamo nuovamente da Betti x il pranzo: gnocchi al castelmagno, tagliere di formaggi e salumi e dolcetto che ravviva le ns guance intirizzite. Andiamo a palazzo reale e visitiamo la reggia e la mostra su Vittorio Emanuele. Il ns tempo è scaduto quindi, dopo aver acquistato calamite e cioccolata, riprendiamo il treno che ci porta a Milano. Consiglio a tutti una visita in questa città ricca di storia e cultura, le persone sono gentili e ospitali, chissà perché mi aspettavo un’impostazione diversa, anche se è una cosa che non faccio mai credo che ci ritornerò, caspita, non abbiamo fatto in tempo a provare l’aperitivo che è nato proprio qui. Alla prossima avventura e grazie Rita per avermi sopportata!

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