mercoledì 13 luglio 2011
Grazie Peggy
Dopo la consegna ufficiale della Camilla, la messa a punto dell'accensione grazie al trucchetto elaborato da Mac Bradipus ed il suo amico, i 300 km della gita a Como con tanto d'inversioni, pioggia, partenze in salita, sterrato, traffico, sorpasso del serpentone in coda, dopo la caduta praticamente da ferma di ritorno da Morimondo, dopo il w.e. a Roma per "smacchià i reopardi", il lavoro pressante e responsabile, la gita in Monferrato per gli agnolotti al sugo d'asino con nutrita collezione di moscerini al ritorno attaccati al casco e non solo, dopo lo svezzamento di Milano, l'esame d'inglese, il cavalletto sbloccato con extravergine, l'appoggio in precario equilibrio sul basculante del garage, le continue cene, le numerose serali, la festa dei sardi con porceddo e balli di gruppo, le birre in compagnia, il w.e. a Chatillon dove ho dovuto rinunciare all'arrampicata, consapevole di quello che mi aspettava 2 giorni dopo, ma con i 20 km che ancora sento nelle gambe, dopo l'ultima esercitazione di 3 ieri sera, dove ho spiegato lo svolgimento della prova a 2 giovini in vespa che inizialmente credevano fossi un ragazzo; finalmente, oggi, alle 14:30, è arrivato il giorno dell'esame per la patente A. Mi presento con largo antipo nella speranza di provare il percorso, cancello chiuso, niente da fare. Arriva l'ingegnere, non ha il mio nome in lista e mi rimanda al 2o ing. dall'altra parte del parcheggio, neanche questo ha il mio nome, torno nuovamente indietro e c'è un 3o ing., questo ha il mio nome e lamenta che ha già fatto l'appello, strano non sapessi che ci sono 3 ing. che hanno gruppi di persone diverse alla stessa ora, mah! Presento i documenti accaldata e sempre più agitata, mi chiama, indosso i guanti, il casco, mi metto sulla linea di partenza, ingrano la prima ed al suo "Via" parto. Il percorso è diverso da quello provato, eseguo lo slalom, il passaggio tra i coni allineati, entro nel terribile 8 partendo dal centro dopo una curva e non dal fondo com'ero abituata, alla 2a metà la moto è troppo pesante e metto un piede a terra, vado avanti, mi fermo, riparto, inserisco la 2a e mi fermo tra i 4 coni. "Deve rifarlo" mi dice l'ing. imperturbabile, mentre mi riposiziono gli chiedo perchè, ho controllato su internet e so che nell'8, per la categoria A3, è possibile mettere il piede a terra 2 volte. Non insisto troppo e riparto, l'agitazione è alle stelle, nuovamente, all'8, appoggio un piede, "Deve rifarlo", gli tirerei una testata con casco, ribadisco che sono informata in altro modo ma lui: "Deve rifarlo". Nonostante mi ripeta di calmarmi sbaglio nuovamente e anche peggio delle 2 volte precedenti, vado avanti, arrivo e lui, zot, non c'è più. Mi volto e mi fa segno di andare da quella parte, mentre faccio manovra l'ho perso di nuovo, individuo un gruppo d'ing. che parlano tra loro, credo ci sia anche lui e li raggiungo, ma lui non c'è, devo ancora capire cosa diavolo devo fare quando lui riappare e mi dice di andare al cancello d'uscita. "Allora mi ha bocciata" penso, quindi raggiungo il cancello in un totale stato di confusione, vedo gli altri ragazzi del gruppo, mi posiziono incerta vicino a loro, "Allora?" mi chiedono, "Boh" rispondo, i jeans si sono incollati addosso e la maglietta è completamente inzuppata. Aspetto di sapere di che morte morire e finalmente capisco che devo fare la prova pratica. Sono la 2a e devo partire ma la mia amica non c'è, parto ugualmente dietro al 1o ragazzo con sua madre che accompagna l'ing in auto. In strada sono più tranquilla, so che il peggio è passato e l'aria allevia il caldo torrido seppur ai 30 km/h, la ricetrasmittente passa al mio collo, metto la freccia a tutte le rotonde, guardo bene quando mi dice di girare perchè non vorrei ci fosse un divieto, concludo l'esame nel parcheggio da dove eravamo partiti. Firmo e ottengo, oramai insperata, la mia nuova patente. Sfilo i guanti e le mani tremano ancora ma tiro un respiro di sollievo, anche questa è andata e davvero, non ci speravo nè credevo. Ho dovuto consegnare il mio vecchio foglio di carta rosa con i bolli colorati e ben 5 cambi di residenza, praticamente un pezzo della mia storia, ma il nuovo pezzo di plastica, nel mio portafoglio, gira la pagina del libro della vita su un foglio bianco e chissà cosa vi verrà scritto. Anche questa è fatta! Grazie Peggy, non è stato facile fare amicizia, sei così diversa dalla mia Camilla ma alla fine ci siamo riuscite, credo che con un po' di pratica tu sia meno recalcitrante e forse più divertente della vecchia signora, ma ti riconsegno nelle mani del tuo padrone, mio compagno in quest'avventura, ed alla sua donna, entrambi, ancora una volta, si sono dimostrati amici veri così come MB. Arrivo alle soglie delle vacanze stremata, ho fatto davvero molte, forse troppe, cose dall'ultimo viaggio lungo, ma sono pronta a riempire il mio trolley fucsia e a presentare il mio biglietto aereo.
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