domenica 22 aprile 2012

Tutto Nepal

Milano-Francoforte, Francoforte-Delhi, Delhi-Kathmandu (Ktm); il ns viaggio comincia con 3 voli. A Malpensa incontro Mauro, viso abbronzato sorridente, sguardo interrogativo, accento ligure mentre m'interroga con il mio nome, rispondo affermativamente stringendogli la mano mentre sto litigando con lo zaino, povero, gli tocca farsi tutto il viaggio accanto a me ma se sopravvive, il resto sarà un gioco da ragazzi! Subito dopo conosco Annalisa che fa parte del 2o gruppo ed era stata scambiata per me dal malcapitato. A Francoforte, alla spicciolata, arrivano tutti; ci si presenta, ci si studia, si fa amicizia, si chiede e si racconta, l'attesa è lunga e c'è tutto il tempo per rompere il ghiaccio. Sono colpita da Isabella, pantaloni mimetici e pugni in vita, questa è tosta, Morena che studia ognuno di noi, Edoardo, che per troppa timidezza se ne sta in disparte, Federico, il più giovane, alle prese con il primo volo e una vacanza che non avrei mai pensato potesse scegliere un 20enne. In volo cominciamo subito con cibo speziato, ancora tante parole e un po' di nanna. Ktm ci accoglie con il suo alto tasso d'inquinamento, il traffico di auto, pulman, moto, bici, risciò, mucche, mescolato ai pedoni, spazzatura ovunque, soprattuto nel Bagmati dove gli animali si abbeverano e le persone si lavano o fanno il bucato. Mi guardo attorno curiosa, mi sembra ci sia molta più confusione che al Cairo e Casablanca. In albergo ci dividiamo, io sono con Novella, e per allenamento ci facciamo 5 piani a piedi con lo zaino in spalla. Dopo una doccia ed una sistemata andiamo a cena vicino al ns albergo: chicken Ktm, french potatos, chees pitas, birra Everest. Un dolce al cioccolato conclude la serata mentre il toto-intestino e l'adventure-gossip prendono piede. Dopo un bel po' di chiacchiere con la mia curiosissima compagna si spegne la luce, 2o gg di viaggio, 1o gg in Nepal: la vacanza è iniziata, domani entra nel vivo.

Ci troviamo per colazione, la particolarità sono le frittate cotte al momento, con 2 uova e quello che desideri, qualcuno opta per le cipolle, io preferisco una colazione 'normale'. Conosciamo la ns guida, Rina, una donna che prima di sposarsi ha chiarito con il marito, che non avrebbe rinunciato al suo lavoro, e così è stato, infatti ha anche acquisito tutta la parte di moglie e nuora: ci si sveglia prima di tutti, si prega, si sbrigano le faccende domestiche, si prepara la colazione per tutti, compresi i suoceri, insomma, viva la libertà femminile! Visitiamo il villaggio di Bungmati, ricco di artigiani che intagliano il legno, la povertà aleggia ovunque, così come i cani e l'immondizia, nonostante questo le persone trasmettono dignità e ti sorridono salutandoti, 'Namastè'. Nel 2o villaggio, Khokana, le donne operano per strada: chi tesse la lana, chi fa il bucato, chi lava le pentole, chi fa il bagno al bambino e lo massaggia con olio di senape, chi trasporta ghiaia in gerle tenute con la testa al fianco di uomini che giocano a carte o ad una specia di dama, grrrr. Successivamente andiamo a Patan, la città con i suoi templi newari a pagoda e il Royal Palace mi ammalia con la ricchezza dei legni intagliati. Dopo il Golden Temple assistiamo ad una dimostrazione sulla campana tibetana curativa e da meditazione. Marco, Gianmarco e Camilla ne saggiano le proprietà. Quando usciamo ritroviamo le assidue venditrici che continuano a seguirci, 1-2-3-4 collane per 1000 rupie o 10 borsine per 500; praticamente tutti compriamo qualcosa, come resistere. In seguito andiamo al centro di tessitura tibetano; le donne filano la lana mentre altre tessono tappeti, i visi rugosi e dolci di queste sig.re appollaiate sui loro cuscini poggiati a terra, mi trasportano ancora in un altro tempo.

Mentre in 13 volano sull'Himalaya me la dormo e dopo colazione aggiungo un discreto caffè Illy. Quando gli altri arrivano, non tutti contenti perchè la foschia ha reso meno affascinante l'esperienza, partiamo in direzione Dakshinkali. Il paesaggio fuori KTM è fatto di verdi pendii coltivati a terrazza, un pulman pubblico buca così i passeggeri salgono su quello seguente e, stipato l'interno, alcuni si collocano sul tetto. 626? Qui siamo in Nepal! Arrivati al tempio dedicato alla dea Kalì assistiamo al sacrificio di animali, distinguo perfettamente lo sgozzamento di 2 capre, nonostante lo stomaco si ribelli, osservo quello che, per questo popolo, è un'espressione di religiosità. L'odore di sangue e incenso è nauseante, mi giro verso Isa e Mao e ci guardiamo smarriti, ma questo è, ed è un po' ipocrita da parte di noi carnivori, anche se la ns mente considera in modo diverso la carne in macelleria. Cinzia, Antonella, Gian e Fede si fanno legare, da un santone, un filo giallo e rosso benaugurante, sulle fronti il tipico bollo rosso decorato simil fiore, petali di fiori sulla testa delle donne, ghirlanda di fiori arancioni al collo degli uomini. Successivamente andiamo a Pharping dove visitiamo uno stupa buddista riccamente colorato e con un grande Budda centrale e 100naia di piccoli alle pareti. Le ciotole d'acqua con dentro un fiore servono per dissetare il Budda. Le ruote della preghiera sono troppo allettanti per non farle girare così percorro il perimetro in senso orario allungando la mano. A Kirtipur visitiamo 2 templi newari e nel 2o riusciamo a distinguere le scene erotiche sulle travi che tengono lontano il fulmine (donna) dal tempio dato che le donne non guardano simil oscenità, infatti impieghiamo un bel po' a farle distinguere a Camilla, ma anch'io continuo a guardare troppo in alto! Proseguiamo per Swoyambhu dove un favoloso stupa, circondato da diversi templi, è custodito da numerose scimmie che si aggirano tra persone, alberi, monumenti. Percorro i 350 gradini in discesa velocemente, ho fatto tardi nella contrattazione di un quadro ma fortunatamente Marassi m'ha aspettato. Torniamo a Ktm, nella Durbar Square, fra i vari templi, visitiamo quello della dea bambina che viene chiamata per affacciarsi alla finestra ma scappa quando si accorge che qualcuno vuole fotografarla quando è proibito. Per colpa di una promessa fatta dal re alla dea, una bambina di 3/4 anni, con determinate caratteristiche fisiche, dopo aver passato una prova di paura dove viene chiusa in una stanza buia con rumori demoniaci senza piangere, ricopre il ruolo fino alla pubertà. Successivamente potrà tornare dalla famiglia ma non potrà mai sposarsi perchè il marito morirebbe. Un sacrificio incomprensibile anche se lei probabilmente non conoscerà mai la vita reale. Dopo una mangiata di momo e noodles, accompagnati da una NepalIce e da un'ilarità generale tra argomenti hot e righelli, andiamo a nanna dopo aver fatto i bagagli.

Facciamo conoscenza con lo staff che ci seguirà nel trek, saliamo tutti sul pulman un po' stipati e lasciamo l'incasinata Ktm per le valli verdeggianti e terrazzate che troviamo lungo la strada per Pokhara. Il paesaggio si addolcisce e la popolazione colorata sembra tenga meglio alla propria terra, infatti la spazzatura diminuisce notevolmente. A 1/3 di strada ci fermiamo per il rafting sul Trisuli; è un'esperienza estremamente gogliardica e assolutamente soft, l'unica parte più 'tosta' è il tuffo dalla roccia che non posso mancare. All'arrivo troviamo allestito sulla spiaggia un pic-nic e, complice la fame, non è niente male. Un cambio veloce in pulman e saliamo sulla funivia che porta al tempio di Manakamana, il paesaggio dalla cabina è mozzafiato nonostante la solita foschia che toglie parte del fascino. Il tempio è circondato da bancarelle con enormi quantità di paccottiglia, non fosse per la funivia questa tappa avremmo potuto saltarla. Dopo aver stipato maggiormente il pulman con ulteriori sherpa ripartiamo, arrivati a Pokara cambio veloce e scoviamo un ristorantino per la cena. La coppia di proprietari strabuzza gli occhi alla vista di 15 casinisti che ribaltano subito la disposizione dei tavoli e impiega molto tempo a preparare la comanda. Tornati in albergo prepariamo lo zaino per il trek e andiamo a nanna, salvo essere destate dal duo Emi-Marassi, Emi ha perso il pass e cerca Cinzia, bel casino!

A colazione frittata, pane burro e marmellata e tè, il toto pass-Emi si risolve facilmente, saliamo sul pulman e dirigiamo verso le montagne. Dopo l'immancabile foto di gruppo e il tentativo d'approccio di un autoctono con Eve (la mano), cominciamo a scarpinare. I ns sherpa si caricano gli zaini pesanti, l'occorente per sfamarci, la bombola del gas e, nonostante le infradito, hanno tutt'altro passo. Si passa da ponti tibetani, piccoli agglomerati di casette e rifugi, si comincia a salire, è stato definito facile ma questo trek non mi sembra così easy! Arriviamo laddove il cuoco ci prepara un lauto pranzo a base di insalata di verdure lesse, carne in scatola, patate fritte, limonata, tè. Dopo una siesta mentre aspettiamo che spiova riprendiamo il ns cammino. Il tragitto è più impegnativo e a Camilla si rompe uno scarpone, alla faccia del '25 anni e non un problema', appunto! Rimediamo con i cordini stendi-panni di Novella e scotch di carta. Arriviamo al rifugio affaticati dai numerosi gradini, sgrunth, e questo era il tratto facile, non voglio pensarci! Dopo un bel po' di stretching una bella doccia bollente con uno scaldabagno a pile, ahahah, mai 100 rupie son state spese meglio! Curo le ferite alle gambe procurate dagli insetti che hanno allegramente pasteggiato senza che me ne accorgessi, la regola è: pantaloni lunghi, stordita! Tè con biscotti e molte chiacchiere per arrivare ad una cena stra-abbondante e gustosa, c'è persino una torta di mele e banane ancora calda, avevo pensato che avrei perso kg invece toccherà mettersi a dieta quando torno :-) Le battute non si contano più, lacrime agli occhi e addominali tesi, quella della cozza le batte tutte, non c'è che dire, il buonumore non manca nonostante i 500 mt di dislivello. Tutti a nanna, domani sarà una giornata impegnativa, speriamo bene!

Infatti il percorso si presenta con gradini altissimi, cerco di regolare il respiro ed il battito ma non è facile. Antonella sta male ma stoicamente continua, ha tutta la mia ammirazione! Durante in cammino una vista mozzafiato sull'Anapurna sud, sui rododendri in fiore, sui pendii terrazzati...ti senti in pace con il mondo e con te stesso. Tra una pausa e l'altra arriviamo laddove pranziamo, il cuoco ha preparato, tra le altre, una specie di panzerotti fritti, buoni, come tutto il resto, e sempre abbondante, d'altra parte lo staff mangia quello che avanza. Proseguiamo dopo un po' di riposo chi sotto il sole, chi all'ombra, il tragitto è meno difficoltoso ma la stanchezza comincia a farsi sentire. L'ultima sosta mi fiacca talmente che ho bisogno di chiudere gli occhi e infatti appoggio la testa nell'incavo delle braccia incrociate sul tavolo. Si riparte per l'ultima ora di cammino, le gambe 2 macigni ma si va avanti, quando arriviamo al rifugio dopo 1500 mt di dislivello facciamo stretching insieme e turniamo per la doccia. Anche Edo non sta bene ma è arrivato con noi. I miei polpacci son gonfi e in stato peggiore rispetto a ieri quindi decido di andare a letto per far defluire il sangue. A cena ancora tante cose: pizza di verdure, fusilli al pomodoro, zuppa, torta, una montagna di pop-corn che con Isa mangiamo a volontà spazzolando 1 dei 3 vassoi. Domani la sveglia è puntata per le 4:30, quindi, alle 21:30, tutti a letto, ma c'è una discussione nella stanza a fianco; grazie alle pareti sottilissime si sente tutto con fragori di risa a causa della 'copertina termica'. In ultimo un boato arriva da bagno e la delirante battuta di Gian ci porta nuovamente a ridere così tanto da star male, chissà cosa penseranno gli altri di sti italiani casinisti? Finalmente un po' di tranquillità così scivolo nelle braccia di Morfeo mentre qualcun altro bisbiglia considerazioni sui rumori baritonali dei compagni :-)

Pat, pat, pat, stiamo salendo in fila indiana 200 mt di dislivello alla luce delle ns torce, il tutto ha un chè di romantico non fosse per il rumore della dynamo con cui ricarico la pila e l'indolenzimento generale. Arriviamo in cima a Pun Hill, 3210 mt, ma purtroppo la maledetta foschia non ci consente di assaporare l'alba come speravamo. E' comunque uno spettacolo della natura ma c'è troppa gente, troppo chiacchiericcio, e anche troppo freddo. Quando scendiamo ancora lo spettacolo delle macchie di colore dei rododendri sul verde della vegetazione. Dopo colazione ripartiamo, ancora una volta si sale, poi si scende, poi si risale, e via così fiaccando i ns fisici piuttosto stanchi. Arriviamo a pranzo affamati e ripartiamo subito dopo per non produrre troppo acido lattico. Ad un certo punto sono sola a percorrere la giungla, il profumo dei rododendri mescolato a quello più incisivo della vegetazione, i versi delle scimmie sugli alberi...che meraviglia. Al bivio mi fermo aspettando che qualcuno passi indicandomi la via, mi siedo in terra e volto il naso all'insù, le scimmie corrono tra i rami ed è così affascinante guardarle. Sopraggiungono 2 dei ns sherpa così li seguo ma è impossibile stargli dietro. Dopo una sosta comincia a piovere ed il percorso si fa sdrucciolevole così rallento ancora il mio passo e presto molta attenzione a dove metto i piedi, infatti, quasi al rifugio, patapam, scivolo con grazia sul posteriore e ammortizzo sulle mani, a parte i pantaloni marroni non mi son fatta nulla. Tutto il mio corpo mi odia e si ribella all'ulteriore passo che cerco di mettere avanti all'altro, quando arriviamo doppio stretch e doccia fredda. La sera ultima trek-cena, come sempre abbiamo mangiato bene e concludiamo con una torta di addio con candeline, tutto lo staff è stato gentile, premuroso ed accogliente, non credevo mi sarei trovata così bene. Andiamo a letto presto, siamo tutti molto stanchi e domani, se la visibilità è buona, saremo svegliati per vedere l'alba sulla terrazza.

Ma cos'è questa musica? Mi sveglio al suono delle preghiere nepalesi cantate che continuano fino al sorgere del sole, è già chiaro e la vista sui monti è mozzafiato. Attendiamo lo spuntare del sole dalla montagna mentre il paese si risveglia come un carillon di natale. Dopo colazione ripartiamo per l'ultimo trek in direzione milka, così è stato soprannominato il ns pulmino viola. Percorriamo sentieri panoramici ma la difficoltà dei gradini ci costringe con gli occhi in giù. Arrivati alla meta razziamo i venditori ambulanti prima di pranzo, ed anche dopo. Salutiamo alcuni sherpa che ci hanno accompagnato, un ultima foto di gruppo e si riparte in direzione Pokhara. All'arrivo finalmente una doccia comprensiva dei capelli, oramai avevo un nido in testa, un filo di trucco per tornare a sembrare una donna e via sul lungo lago. Tra un acquisto e una chiacchiera ci dividiamo naturalmente, con Morena organiziamo un aperitivo comprando birra e patatine e ci appollaiamo su una panchina ad osservare il tramonto sul lago, quante parole... Raggiungiamo gli altri per la cena e tornaimo laddove eravamo stati giorni prima. La sig.ra paffuta dagli occhi dolci è raggiante mentre rivoluzioniamo ancora una volta la disposizione dei tavoli, il servizio è sempre lentissimo ma si mangia bene. Tornati in albergo si prepara nuovamente la valigia, la meta di domani è Bandipur.

Lo stretching non è servito, la doccia nemmeno,  scendo dal letto tra atroci sofferenze, mi fanno male persino i pensieri! Scendere con lo zaino è un'odissea ma, stile robot, in un qualche modo arranco fino al pulman. Bandipur è una cittadina newari affascinante con la strada principale lastricata in ardesia e diverse case ristrutturate sui lati. Dopo un primo giro ci fermiamo per pranzo e qui, in perfetto stile 'matrimonio pugliese', impiegano più di 2 ore per servirci 1 hamburger a testa uscendo tranquillamente a far spesa nei negozi vicini. Ripartiamo per il giro esporativo, prima tappa un tempio su una collina, argh!! Scalarla è un'impresa ma la pace quando arriviamo in cima è impagabile. Alcuni nepalesi chiedono e scattano foto ed è così strano essere noi i 'protagonisti'. Mentre scambiamo 4 chiacchiere con loro Marassi non è tranquillo e per questo viene ripetutamente preso in giro. La strega che infila aghi nella bambolina che mi raffigura durante il rito voodoo non ha la meglio durante la discesa, tzè! Visitiamo altri templi ma, di fronte all'ennesima scala, do forfait, le gambe non rispondono più e la pancia ha il suo borbottare. Raggiungiamo gli altri per l'ultimo luogo da visitare, un tempio con vicina una fontana dove alcune donne stanno facendo il bucato o si lavano i capelli, no dico, ma quanto siamo fortunati ad avere tutta l'acqua che vogliamo in casa? Per cena scoviamo un ristorante dove impiegano solo 1h per servirci, siamo seduti per strada e stiamo facendo la solita bolgia, praticamente quando andiamo via caliamo la serranda sull'intero paese.

Si parte nuovamente, destinazione Chitwan National Park, in viaggio è lungo e la temperatura sale molto. La struttura è di ben altro livello rispetto alle altre, patapaf, Morena si butta a pesce nel lettone e che bagno mega-galattico. Ci dividono per il safari sull'elefante e la visita al villaggio, a causa del primo pomeriggio e dell'estrema periferia in cui ci troviamo, vediamo pochissimi animali. Dopo il safari andiamo al villaggio, sembra quasi costruito apposta per i turisti con le sue case in canne, paglia e terra, quello che risulta un po' ovunque è che comunque il cibo non manca grazie all'abbondanza di campi coltivati e di animali allevati. I visi dei bambini, per quanto sporchi, sono tondi e sorridenti, e le femminucce, come ovunque nel mondo, si vezzeggiano a modo loro. Sono felici? Sì, la mia risposta è solo questa, si legge una pace interiore ed una gentilezza nello sguardo e nei modi, che noi abbiamo un po' perso. Il bello di questi viaggi è anche questo e, per quanto si possa raccontarlo o scriverlo, non c'è nulla che possa avvicinarsi al viverlo personalmente.

Toc, toc, toc 'Good morning', vengo destata bruscamente dal mio sonno, toc, toc, toc 'Good morning', grrr, detesto essere svegliata di colpo, al 4o tentativo mi butto giù dal letto e apro la porta, un ragazzo sorridente mi dice qualcosa ma ho lasciato il cervello sul cuscino, rispondo con una smorfia interrogativa, lui ripete ed io grugnisco con un 'yes' anche se non ho capito. Torno nel lettone king size e mi metto di traverso. Dopo il suono delle ns sveglie Morena: 'Cosa ci fai di traverso?' grrr, con i tappi si è persa lo stacchetto mattutino. La colazione non è granchè anche se Federico ha nel piatto tutto quello che era disponibile compresi wuster, patate e cipolle! Partiamo per una passeggiata di bird watching anche se vediamo poco, incrociamo una corsa podistica, cavoli, averlo saputo prima avrei esibito la mia maglietta salamellica, seeee, come no! Passiamo al giro con le piroghe e lì, il dolce dondolio, mi mette addosso una sonnolenza tale che approfitto delle gambe del mio vicino per poggiare la testa e schiacciare un pisolo. All'arrivo 2 fuoristrada ci riportano all'albergo dove assistiamo ad una spiegazione sugli elefanti e su come si addestrano. Marco non perde l'occasione di montare dalla proboscite, lo farei anch'io ma non possiamo tutti, così, dopo un grattino, lascio l'elefantessa e risaliamo su 'milka' consapevoli delle ore di viaggio che ci aspettano. La polvere ed il solito traffico caotico ed inquinante ci accompagnano. Ci fermiamo per pranzo e stranamente ci dividiamo tra uomini e donne in 2 ristoranti diversi. Il ns è tutto un programma: un uomo panzuto con cannottiera lercia e collanina ci serve sbattendo le pietanze a manazza nel piatto: qualche verdura, carne iper speziata, bocconcini di patate fritti e chapati fatto al momento dai bambini. Pranziamo in pochi minuti facendo spallucce al probabile squaraus che ne deriverà, invece stiamo benissimo. Riprendiamo il viaggio dopo aver recuperato i maschietti cui 'abbiamo concesso' Cinzia perchè li tenesse controllati :-) e, dopo ore e ore, arriviamo a Bhaktapur. Doccia velocissima per riuscire ad asciugare i capelli prima che tolgano la corrente e, infatti, ce la faccio. Ripartiamo a piedi accompagnati, nel buio pesto, verso il ristorante passando da piazze che sembrano spettacolari nella quasi inesistente luce che creiamo con le ns torce. Concludiamo la cena assaggiando il jujudhau, lo yogurt locale, veramente buono. 4 chiacchiere con un altro gruppo d'italiani e torniamo in albergo, ancora parole ed il lancio del guanto di sfida al povero Marassi, a volte sono davvero perfida ;-)

Colazione bradipesca, miii, ma organizzare meglio quel vassoio nooo? 2 parole mentre aspettiamo Rina e poi dirigiamo verso il tempio di Changunarayan. La lonely parla di una bella passeggiata per raggiungerlo ma la ns sagace guida ci fa fare una passeggiata orrenda ed una ripida salita per una pineta che sembra carina ma è al solito infestata da pattume. Sudati e affaticati arriviamo alla meta ed abbiamo conferma dell'errato percorso intrapreso sucitando un generale malumore. Dopo la visita risaliamo su 'milka' e torniamo a Bhaktapur dove giriamo per le varie strade e piazze del centro: nulla da eccepire, davvero molto bella e meno trafficata di Ktm. La prossima settimana c'è la grande festa del loro capodanno ed infatti stanno allestendo dei carri, peccato non esserci capitati per così poco. Pranziamo per strada mangiando: fagottino di patate, tramezzino dolce, cipolla tutti rigirosamente fritti e serviti in carta di giornale. Infine il migior jujudhal della città, infatti non resisto alla 2a scodella :-) Giriamo ancora nella durbar square, una leggera pioggia ci accompagna mentre assistiamo ad un saggio di musica tradizionale ad opera di alcune donne che suonano uno strumento musicale simile alla ns fisarmonica. Successivamente partiamo per assistere alla cremazione. Per quanto si possa averne sentito parlare, viverla in prima persona è tutt'altra cosa. Osserviamo l'erosione di alcune pire poi gettate nel Bagmati, seguiamo poi la preparazione della nuova cremazione. Alcuni parenti sono in ritardo quindi lasciamo il cadavere con i piedi in ammollo nel fiume per purificarsi, e  andiamo via perchè è tardi. Francamente non mi dipiace aver perso la deposizione della lettiga sulla pira e la sua accensione partendo dalla bocca. Un po' scombussolati rientriamo in albergo per la doccia e poi andiamo a cena sotto la pioggia che si è fatta insistente. Il ritorno ci vede guadare la piazza dove si sono formati deversi fiumiciattoli. Bagnati come pulcini arriviamo all'albergo e speriamo che la pioggia abbia ridotto l'eterna foschia per consentire domani la vista sull'Hymalaya.

Il giorno dopo il tempio di Dhulikhel, successivamente visitiamo Panauti; come sempre sporcizia e degrado, non mi spiego perchè non ci siano topi in giro come sarebbe auspicabile. Torniamo a Bhaktapur e abbiamo 1/2 gg libera, chiediamo all'aiuto autista, che è del luogo, di portarci a pranzo in un posto tipico, lui avvisa che è 'very strong', come dice Cinzia 'Forse un po' troppo tipico', ma le risate a crepapelle sono impagabili, se non stiamo tutti male tra qualche ora abbiamo passato il grande test! In seguito giriamo per far acquisti e capitiamo in una fabbrica di carta di riso dove ci vengono illustrati tutti i processi: davvero interessante. Ancora qualche acquisto, sono una iena nella contrattazione ma son convinta che comunque mi stiano imbrogliando, si torna in albergo per una doccia finalmente bollente...ma manca la corrente, quindi, niente phon! Ceniamo in un posto diverso rispetto alle ultime 2 sere, ma ugualmente lento, come tutti: riso vegetariano fritto e momo davvero troppo speziati. Niente dolcetto stasera per i ns 2 golosoni. La luna piena rischiara i ns passi al ritorno e si parla con maggior intensità di casa. Sembra così lontano il giorno in cui siamo partiti.

Quasi tutti si son svegliati all'alba ma Morena ed io abbiamo preferito dormire fino all'ultimo, tra un risveglio della dea e l'altro a suon di campana...ma perchè non mettere un cartello con 'La dea è già sveglia!'? Preparato ancora una volta lo zaino partiamo in direzione Budhanilkhantha, raccogliamo al volo Rina sulla strada e l'occhio cade su un ragazzo tranquillamente accovacciato per espletare i suoi bisogni davanti a tutti: c'è poco da fare, è un altro mondo :-) Osserviamo la vestizione di Shiva e la cura con cui i 2 giovanissimi monaci dispongono i fiori e camminano attorno alla statua, dimostrano il rispetto che ne hanno. Ripartiamo per vedere il monastero tibetano ma è chiuso ed il custode non si sa quando possa tornare, così passiamo al monastero femminile. Difficile credere che siano donne; con la testa rasata, senza alcun orpello e vestendo la stessa tunica rossa e gialla, non differiscono dai loro compagni uomini. Prossima meta Bouddhanath dove è presente il più grande stupa del Nepal, effettivamente è imponente, nel giro in senso orario tutt'attorno impiego diversi minuti. Nel nuovo tempio c'è una cerimonia suonata e cantata, affascinante litania. Torniamo a Ktm e salutiamo Rina per l'ultima volta, un lauto pranzo e poi shopping sfrenato, riesco a contrattare la famosa felpa patchwork con cappuccio a punta con le ultime rupie, d'altra parte è scucita ma non trovo la stessa in nessun altro negozio. Una volta in albergo, dopo la doccia, mentre vago per i corridoi cercando una presa funzionante con il phon in mano, vengo chiamata da Novi e More e ricevo, inaspettatamente, il mio 1o regalo di compleanno, anzi, il 2o, il 1o mi aspetta a casa, ragazze siete state carinissime :-) La sera l'ultima cena offerta dal ns corrispondente, la location è affascinante, le pietanze tradizionali e gustose, i suonatori accompagnano le danze, la birra ed il vino (praticamente una grappa), scorrono a fiumi, e ancora spensierate risate considerata anche la postazione che ci costringe a sedere a terra con bassi tavoli. Carinamente i ns ospiti ci fanno un omaggio, è la prima volta che capita, a me ed agli altri, una cosa del genere. Tornati in albergo c'è un po' di trambusto a causa di un ospite poco gradito nella ns stanza, originale il servizio di deratizzazione offerto da Marco e Edo con tanto di cappello da monaco buddista. Le ultime chiacchiere con Guido ed il 1o sms di buon compleanno, un po' timorosa per l'eventuale visita di altri ratatui, chiudo gli occhi per l'ultimo sonno in Nepal.

Si parte, bagagli pronti in una qualche maniera e dopo colazione, con canzoncina di Buon Compleanno e scambio di auguri pasquali, veniamo omaggiati ancora una volta dal ns corrispondente di capellino e sciarpina, si sale un'ultima volta su milka che ci porta in aeroporto. Il saluto al ns autista e aiuto autista con gli occhi dolci e ciglia lunghissime. Passiamo i numerosi controlli e zot, l'AI214 spicca il volo lasciando questa splendida terra. A Delhi cambiamo volo, ancora numerosi controlli. Nel bel mezzo di un caffè ricevo, inaspettatamente, il mio 2o/3o regalo e automaticamente capisco dove e quando è stato acquistato...grazie bricconcello :-) Davanti al gate l'ultima foto di rito con cappellini e sciarpine, saliamo sul volo che si rivela interminabile nonostante le cibarie, le chiacchiere, il film ed il tentativo, inutile, di sonnecchiare. Quando finalmente arriviamo a Francoforte quasi non ci sembra vero, accendo il cellulare che non smette di vibrare per gli sms di auguri. Gli ultimi controlli e via alla ricerca del panino wuster e crauti accompagnato dall'ultima birra, ripieghiamo su wuster e brazel dopo il quale salutiamo i ns amici di Firenze. Li stringo tutti forte, sento il pizzicore sul naso ma trattengo i lucciconi, siamo agli sgoccioli, ciao. Accompagnamo poi Ema per Verona, successivamente i 3 di Roma ed il gruppo di Bologna all'ultimo gate. Le battute finali, siamo rimasti in pochi, gli ultimi abbracci affettuosi e anche loro passano il cancello. E' il ns turno, resta solo Lina che partirà 20 min dopo di noi, a lei, con la sua maschera tra le braccia, l'ultimo saluto di questo gruppo. Ma davvero sono passati 16 giorni? Aver condiviso 24 su 24 con queste persone mi porta erroneamente a credere che ci conosciamo da una vita,  tornando indietro con la memoria, ricordo come ci siamo conosciuti in questo stesso aeroporto e mi sembra una vita fa. Non so come sia stato possibile che tutto abbia funzionato così bene, è come essere stati pedine di un tetris che, nonostante la differenza di età, di carattere, le peculiarità di ognuno, si sono incastrate perfettamente. Non so se e quando ci rivedremo, i volti che osserverò nelle foto mi restano nel cuore, le risate fatte mi hanno dato una bella carica, le parole spese hanno alleggerito gli animi e collocato certi pensieri laddove dovevano stare, i paesaggi visti, nonostante la persistente foschia, si sono fissati nei ricordi, la sporcizia e l'inquinamento hanno rivalutato la mia Milano, la gentilezza trovata è un esempio di vita...insomma, un bilancio meravigliosamente positivo e spero che la voglia di ritrovarsi non resti solo un'intenzione. Un'ultima volta le mani giunte, il sorriso sincero, un leggero inchino col capo, namastè (saluto la divinità che è in te).

5 commenti:

  1. Cara Frog,
    ho letto con grande piacere il tuo racconto che mi ha fatto vivere con passione il tuo viaggio comodamente sul divano...
    grazie, è stato bellissimo :-))))
    Verò

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  2. :-) Bella come interpretazione!
    Grazie, ciao

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  3. ...esperienza unica e difficilmente ripetibile con le tante caratteristiche che l'hanno contraddistinta... e poi la "condivisione" di tutto, la vera "chiave di volta", spesso faticosa ma assolutamente gratificante... Grazie Ros per aver descritto così bene le emozioni del viaggio e di vita... Mauro

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  4. Grazie.
    L'importante è non scommettere sulle sanguisughe...o forse sì e stare attenti agli 'scaraci'.
    ;-)

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  5. […] https://lesalamelle.wordpress.com/2012/04/22/tutto-nepal/ […]

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