Così avevo detto a Zazza qualche settimana fa quando avevamo deciso di non fare la maratona. Non saremmo riusciti a prepararla come si deve. Non a Maggio.
Quindi, per rincuorarlo gli avevo detto: “Tranquillo Bru e poi la maratona non si improvvisa...”
Un po’ rassegnati per via della preparazione fatta fino ad allora, decidiamo così.
Poi è successo. Dovevo fare la 35km con lui a Galliate, ma mi dice: “Mi dispiace. Non so se ce la faccio. Mi sono fatto male. Ma io e Anna abbiamo avuto un’idea...”
E mi trovo alla partenza. Galliate. 5 Maggio. Maratona.
Primo impatto, il tempo: mai corso con questo caldo quest’anno.
Poi, altra frase mitica: “Scusate, vi vedo esperti. Non è che avete un po’ di vaselina?” ci dice un signore. Io e Ciccia ci guardiamo: “Non siamo così esperti, e poi a noi ci piace nature...”
Incoscienti...
È stata la corsa dell’incoscienza.
E poi, altra lezione: la pettorina si mette ben sotto la linea dei capezzoli!
Ma arriviamo alla gara. È deciso. Io sono con i maratoneti, quindi devo stare con Lidio e il Santo. Tenere il loro passo per non rimanere solo. E seguire la loro esperienza.
Ma la loro tecnica è folle: “Partiamo a 5:30 e poi la gestiamo più avanti!?” 5:30?!?!?
La cosa positiva è che questa volta non avevo il maledetto cardiofrequenzimetro e questo mi ha fatto guadagnare la stima di Roberto: “Bravo, hai fatto bene!!”
Partiti. Santo e Lidio però vanno troppo forti per me. Si accende il mio personale allarme: dolore agli stinchi. Allora decido di rallentare.
Poi entriamo nel bosco. Tutti in fila indiana. Non ci stiamo. Si cammina. Ho pensato di aver sbagliato strada. Mi giro e vedo un’altra pettorina azzura. Era la strada giusta! E lei era Ilaria. Con la quale ho corso fino ai 20km. Chiaccherando.
Un’altra incosciente come me che aveva deciso all’ultimo di fare la maratona. La prima anche per lei.
Con la differenza che lei aveva più gamba. Infatti al 20mo è scappata via ed è arrivata terza delle donne (mitica!!!)
Cmq, fino al 20mo è andato tutto bene. Avevo anche superato Lidio, che era in crisi di caldo, e il Santo, che aveva abbassato il ritmo (a quel punto non avevo capito che era tutto calcolato... che ingenuo!! :)).
Poi, è cominciato il casino. Fino al 25mo tutto ok. Poi, ponte tibetano. “Il prossimo ristoro al 30mo...”
Il 30mo km mi sembrava un sogno. Ho baciato il cartello. <<Da adesso in poi, ogni passo è una novità per me>>. Mai superati i 30km.
La corsa ti insegna che i km sono fatti di centinaia di metri. Cento metri di sono fatti di metri. I metri di passi. I passi di millimetri.
Al 33mo km arriva la crisi. Solo. In mezzo ai campi. Qualcuno ti supera. Qualcuno cammina. Qualcuno si ferma e si accovaccia. Non più di 10 persone a vista d’occhio.
E nessuna festa. Finiti i tamburi e la gente a bordo pista che ti incoraggia.
Mi fermo. Cammino. Non ce la faccio.
<<Cammino fino lì dai, fino alla curva. Poi riprendo a correre. Ok, ok>>
E ti arriva tutto addosso: il dolore, i brividi e il caldo.
Le mitiche Brooks. Le scarpe leggere, quelle che ti fanno volare... Adesso sembrano degli zoccoli olandesi di legno. I piedi fanno male. Le gambe di legno.
Penso <<Questi metri li faccio per te Gab, questi per te Dav, questi per Dan, questi per...>>.
Ma non riesci a pensare. Il cervello non lo controlli più. È lui che ti manda i segnali. E tu subisci. Ti arriva tutto come una bomba. I pensieri. Le persone. I casini. Le cose belle. Ma non controlli niente. Subisci. La stanchezza, il caldo, il dolore.
<<Dai, il ristoro del 35km... Ma quanto manca?!? E le spugnature? Dove sono?>>
La mazzata finale arriva quando ti trovi in mezzo a gente che fa la grigliata e scherza, beve, urla. E tu hai una sete spaventosa e non hai la forza di chiedere acqua.
Ma dove cavolo è ‘sto ristoro dei 35km? “Manca poco, 1 km, forse 2”. Ma niente. Non si vede.
Salita. Cammino ancora un pochino. Per magia dietro la curva a gomito arriva il ristoro.
Quanto ho amato quei ragazzi.
“Vi serve una mano? Mi fermo con voi!”, dico loro. La ragazza mi guarda con tenerezza.
Bevo, bevo, bevo. Mi bagno dappertutto. Poi riparto. <<Via, al prossimo ristoro!>>
Ancora nel bosco. Sentiero e fiume. Che paesaggio! Ma non riesco a godermelo più di tanto.
Sento dei passi dietro a me. Penso <<da buon nuotatore, quando arriva dietro quello più veloce, ci si mette da parte>>. Mi faccio superare. È il Santo.
Finisce il bosco e di nuovo l’asfalto. Meno male. Non ce la facevo più con tutti quei sassi, radici, pozzanghere e terreno sconnesso.
Ma la strada asfaltata è una salita unica. Cavolo! Cammino di nuovo...
“Non ti fermare” mi dice il Santo. Ci provo. Ma non ce la faccio proprio.
Di nuovo in piano. Di corsa. Ecco il ristoro dei 40km. Un miraggio. L’ultimo ristoro!
Non so quanto bevo. Mi bagno testa e gambe. <<Ripartiamo subito che è fatta!!!>>
Si vede la torre del castello. Manca poco. Gli utlimi chilometri vanno.
Ecco l’arrivo... il miraggio della fine.
Il mio primo angelo protettore mi viene incontro e mi prende la mano per gli ultimi metri.
L’altro angelo è lì, all’arrivo con la macchina fotografica e quegli occhi da “fantamamma” orgogliosa.
Dietro il traguardo il Santo ad aspettare.
Lo speaker annuncia il mio nome e in sottofondo si sente hallelujah...
(sentitela e capirete l’emozione: http://youtu.be/qSgsW9GLerA )
Angeli, santi, colonna sonora giusta: ero proprio in paradiso!!!
Arrivato! Lacrime... emozione, gioia, stanchezza, fatica, dolore, caldo, sete, la testa, la pancia... che roba la maratona!!
Qualche ora dopo Zazza mi dice: “Ti ricordi la prima cosa che mi hai detto quando ci siamo incontrati all’arrivo? Mi hai detto: Dove ..zzo è il traguardo?!”. Ecco, stà tutta lì la mia maratona!!
Grazie, grazie a tutti quelli che erano lì alla partenza e mi guardavano con quello sguardo da “quello è matto al punto giusto, ce la fa...”. Grazie per la fiducia e la stima negli occhi di tutti: Verò, Roberto, Gigi, Lampu, Ciccia, Zazza, Guaz, Lidio, il Santo, ...
E di quelli che non c’erano, ma sono sicuro che hanno fatto il tifo per me!! Ri, Michi, Luca, Giorgy, Ale, Gab, Dav, Dan, Loris, ... tutti, tutti!!
E grazie anche alla mia incoscienza... ce l’ho fattaaaaaa!!! :)
Complimenti!!! sei un grande!!! La cosa peggiore è che dopo tutta questa fatica pensi già alla prossima... sei proprio matto!!!
RispondiEliminagrazie a te!!! grazie anche per avermi fatto scendere la lacrimuccia mentre leggevo il tuo racconto!!! :)
Sei un Grande !!!! oltre che un pazzo incosciente...ma se dovessimo dare ascolto al buon senso domenica ce ne saremmo stati tutti a casa sul divano....comodi certamente.... ma vuoi mettere le emozioni????? e la gioia del traguardo??? queste cose non si possono comprare...questa è pura materia religiosa .. e poi è vero un minuto dopo l'arrivo stai già pensando '...mmmm se tenessi i 6e30 fattibilissimo....mmm 4 ore e 30.... mmmm tutto sommato.. ci vole allenamento certo....mmmmmm'
RispondiEliminaps ho scoperto che il balsamo al cocco è meglio della vasellina
ho lasciato il barattolo da kilo a casa di zazza... quando vuoi passare!
ti ammiro
ciaooo!!
Complimenti Giorgio!!!!
RispondiEliminaL'ho detto dopo l'arrivo: Giorgio è da 3h30' sulla maratona!
RispondiEliminaAveste visto come mi ha lasciato lì al 15° km, quando io avevo già cominciato ad impazzire per il caldo.
Un talento naturale.
Spero che possa e voglia esserci a Chatillon e poi... chissà!
Unlimited.
Quello che hai scritto è pura poesia, complimenti
RispondiEliminaIl santo (a quando la prossima?)
Che orgoglio il mio FantaFiglio!!!!!! :-)))
RispondiEliminaVai Giogaaaaaaaaaaaaaa!
Pazzo, ma al punto giusto! ;-))
ooooh Gioga... ho letto e riletto il tuo racconto, mi hai emozionata.
RispondiEliminabravo bravo bravo!!!! sei stato grande. Evviva, è nata una nuova salamestella!!!
Per correre dietro ai sogni ci vuole un gran fisico. Prova superata. Con mente felice, Gigi
RispondiEliminaCiao EROE di ALTRI TEMPI. La tensione nel tuo volto prima della partenza non faceva presgire nulla di buono.... ma alla fine hai sorpreso anche te stesso. Attenzione ora sei finite anche tu nel mio mirino insieme alla fantastiche persone che compongono le Salamelle. E' bello correre ma senza essere schivi del "risultato". E poi vuoi mettere una pazzia ogni tanto puo' allungarti la vita.... Ciao
RispondiEliminaCiao Giorgio, sei stato bravissimo. La tua impresa mi ricorda la mia azzardata prima maratona che mai avrei pensato di fare col pochissimo allenamento che avevo (e che ho), ma l'idea di misurarmi su quella distanza era sicuramente un test non solo fisico,ma anche mentale, per quegli aspetti che hai descritto e vissuto. In questo senso il Gruppo dà sicuramente un tacito e trascinante coinvolgimento a fare qualcosa in più, al passo che si vuole e con un pizzico di sano agonismo.... che è lo spirito delle Salamelle. A presto
RispondiEliminaAh allora era tuo quell barattolo.... pensavo fosse del tipo di galliate ;-)
RispondiEliminaEcco, mi riprendo solo ora dopo qualche giorno. Sara’ il jetleg, saranno le emozioni, ma ho fatto anche fatica a dormire. Alla maratona, puoi preparare le gambe e il fiato. Ma alle emozioni, quello non ero proprio pronto. Neanche lontanamente.
RispondiEliminaE le emozioni continuano rileggendo anche i vostri commenti!!! ;) Grazie!
...questo è mio fratello!
RispondiEliminaOra lo conoscete anche voi!
Rì