Punti a favore: * non si tratta di una vera e propria maratona, perché consta di un percorso di soli (!) 32,6 km; * il dislivello, letto in numeri, non sembra spaventoso: 1501 m; * si corre in coppia, pena la squalifica; * i ristori sono ben 11; * la nostra fonte segreta (un super-esperto del VTV) l'ha magnificata come una corsa bellissima, che lui hai ripetuto "n" volte; * si trova giusto a metà strada tra la Ecomaratona di Galliate (5 maggio) e la Alpenmarathon di Chatillon (2 luglio); * non è affatto lontanissima: 1 ora di strada.
Insomma, quando Santo ha iniziato a propormi ("iniziato" significa che è andato avanti un bel po') di partecipare insieme a questa Valle Intrasca, non era a corto di argomenti per essere convincente.
Quindi è cominciata la fase di studio: scarichi il regolamento, visioni la cartina, esamini con attenzione il profilo altrimetrico, verifichi se hai l'equipaggiamento adatto (in caso di maltempo, sono raccomandati k-way e guanti, ma soprattutto tutti dicono le scarpe da trail).
Già, le scarpe da trail: bisognerà comprarne un paio e poi provarle per qualche corsa. Un acquisto non sprecato: la pioggia ed il fango provati quest'anno dimostrano che possono venir buone anche in pianura, passata l'estate.
Le prime prove non sono incoraggianti (sono abituato alle scarpe con il massimo ammortizzamento), ma siamo allenati a soffrire: si impara tutto, un po' per volta.
E poi troviamo altri compagni di avventura: Fabio e Cecilia della Tigre ed anche Paolo (Walky) e Maria (Talky) delle fantastiche Salamelle. Invece il super-esperto quest'anno deve rinunciare perché proprio non è in forma.
Facciamo tesoro dei suoi consigli: i primi 4 km sono di riscaldamento (ascensione lenta); gli ultimi 4 di defaticamento (corrispondono, in direzione inversa, ai primi 4); in mezzo, delle salite (o discese) ripide, da affrontare con molta attenzione e pazienza, ma fattibili, per degli sportivi come noi (è blandizie o un complimento vero?). Alla fine, una bustina di magnesio per recuperare dalla fatica, ed il gioco è fatto.
Arriva quindi il grande giorno, il 2 giugno, festa della Repubblica, salutato da un sole che non si vedeva da tempo.
Mi alzo con il sole, forse prima, alle 4,30 (vago per casa con gli occhi chiusi, quindi non so se il sole ha fatto suonare la sua sveglia prima della mia). Il ritrovo è alle 5,45 e siamo praticamente puntuali tutti e 6, allineati nell'auto di Santo come nella ormai prossima corsa, ognuno seduto di fianco al suo socio (Santo ha un'auto versatile che porta fino a 7 persone: diciamo che le borse sono la settima persona).
Arriviamo a Verbania alle 7, un'ora prima della partenza, e già fervono i preparativi e il movimento degli organizzatori e degli atleti, impegnati a ritirare il pettorale ed il pacco gara. Ed ecco.... Sorpresa! Proprio dietro di noi, in fila, c'è Giovanni Storti (ricordate Aldo, Giovanni e Giacomo?). Santo ne approfitta per farsi scattare una foto ricordo.
Lo abbiamo ritrovato varie volte, alla partenza, lungo il percorso ed anche all'arrivo, continuamente indicato ed incitato dalla gente, ed ha mantenuto una semplicità ed una cortesia da vero signore. Tra l'altro, corre davvero e neanche piano: la sua coppia è arrivata prima delle nostre tre. Anche se non batterebbe sicuramente Bomber.
Quindi alle 8 si parte: caspita, che ritmo, fin dall'inizio! C'è da dire che quelli che partecipano paiono da subito in gran forma, mettendo in mostra una preparazione molto seria.
Troviamo gente che applaude e incita. Anche il sole comincia a splendere, sicuramente per godersi la festa.
Tutti corrono in coppia, tranne me e Santo, perché abbiamo la nostra strategia: io vado più forte nella parte camminata (già, avete letto bene: sembriamo capre di montagna che si arrampicano su per i pendii), lui sicuramente verrà giù come un missile nella discesa, per cui è inutile aspettarlo, tranne quando, al primo controllo, mi chiedono se sono singolo, ed allora devo aspettare che il controllore lo veda e identifichi che abbiamo lo stesso numero di pettorale.
Intanto Walky e Talky mi hanno superato, poco dopo aver visto un atleta (poverino!) in preda ai conati di vomito: ed eravamo solo tra il 6° e il 7° km.
Anche Fabio e Cecilia mi superano, ormai al ristoro del 15°, quando stiamo arrivando al rifugio del Piancavallone, che segna la fine della salita e la metà esatta della corsa, che raggiungo dopo 2h33' dalla partenza.
Anche lì, qualche istante di sosta perché il giudice possa riconoscere il mio socio. E giù a perdifiato per una discesa pazzesca, fatta di gradini di pietra, con sassi grossi ed appuntiti ed un invitante strapiombo di fianco.
Dopo solo 1 km e mezzo di discesa, Santo mi ha già raggiunto. Nel frattempo Walky-Talky e Fabio-Cecilia sono scomparsi sul fianco della montagna ed io non riesco ad accelerare per niente: le scarpe da trail proprio non riesco a sopportarle e mi è tornato fuori il dolore al piede sinistro che già mi aveva afflitto a Barate di Gaggiano.
Santo è proprio un angelo (sic!): mi incoraggia con molta pazienza, dicendo anche molte stupidaggini che non è il caso di riferire qui.
Non succede nulla di rilevante per tutto il lunghissimo tempo della discesa (che durerà ben 2h18': incredibile?), tranne alcuni contatti con altri atleti (e atlete!). Devo riconoscere che Santo aveva più spirito di me in questi contatti.
Ma ad un certo punto, a 4 km dall'arrivo, ecco che ritorna il Santo graffiante e competitivo che conosco: ha visto Walky e Talky a qualche centinaio di metri di distanza, che camminano!
- Allora diamo un senso alla nostra corsa: raggiungiamoli ed arriviamo insieme! Pensa che bello! - Più o meno queste sono state le parole entusiaste che Santo mi ha rivolto.
Ho dato fondo a tutto ciò che avevo ancora, mentre il piede urlava (e non mi sembrava fosse di piacere). A 2 km dal finish li abbiamo raggiunti, mentre Walky stava implorando un miracolo (il teletrasporto all'arrivo) e Talky faceva finta di essere felicemente sorpresa dal nostro arrivo (invece quando ci avevano visto, si erano rimessi a correre).
E così siamo arrivati, noi poco più avanti di loro (ma neanche tanto). E poi il ristoro con tanta frutta fresca a volontà, la doccia ristoratrice, il pasta party ed il buffet, mentre arrivavano e partivano telefonate rassicuranti ai tanti fans in pensiero.
E il prossimo anno? Già qualcuno ha fatto il gesto dell'ombrello. Che sia per la pioggia?
Comunque, fatica tanta (è la corsa più dura che io abbia mai fatto, finora), ma organizzazione perfetta, tanta gente che sostiene ed un paesaggio stupendo (se riesci a godertelo).
Aiutooooo, mi fate paura, tanta paura, ma complimenti davvero per questa impresa!
RispondiEliminaSe penso che per me il dosso di rallentamento per strada è una faticosissima salita...
Braviiii
Proprio una bella impresa. Si nessuno di voi due aveva ancora conosciuto il proprio limite e forse ora c'è una nuova direzione nelle vostre corse insieme. Tu che lo attendi col giudice e lui che ti incita nel finale.
RispondiEliminaSi penso che alla fine della corsa il primo pensiero sia stato appunto ....MAI più ma penso anche che tutte le corse difficili ci abbiano fatto fare questo pensiero. Quindi ti e Vi incite alla PROSSIMA VALLE INTRASCAAAAAAAAAAAAAAAA. ;-)
Beh, che dire, ho appena lasciato un commento sul mio Blog con link a questo post... anche per ringranziare pubblicamente i visitatori del blog... grazie ragazzi!
RispondiEliminaHo semplicemente aggiunto il tuo feed all'RSS Reader... continuo a seguirvi, Grazie!
RispondiEliminaBell’articolo, molto utile! Stavo facendo le mie belle letture di post pre-nanna, per lasciare magari qualche commento... quando ho letto questo articolo! Grazie delle dritte!!!
RispondiEliminaNon ho capito se il tuo commento si riferisce ai sogni (a occhi chiusi o aperti) che l'articolo favorisce oppure se vuoi farti avanti per la prossima Valle Intrasca.
RispondiEliminaNel secondo caso, ti suggerisco di correre con Santo. Però, attenta! Devi passare una selezione e dimostrare di valere questo onore. Per esempio, dicendogli che hai intenzione di fare la 100 km del Passatore: non è importante se è vero o no, perché a questo punto non capirà più niente e si lancerà in tabelle di allenamento e in programmi di corse di avvicinamento.
Ancora attenzione, però! Non puoi fare il Passatore e la Valle Intrasca lo stesso anno, perché sono troppo ravvicinate. Se dici così, Santo non ci casca.