La notte scorre nel dormiveglia e prima che la sveglia suoni siamo già in piedi. Fuori dall'albergo siamo immersi nel famoso mercato, colorato e affollato, impossibile non acquistare con buona pace della valigia che prima di svuotarsi si riempie. Mentre eseguo il cambio del danaro in banca noto una donna che 'firma' con le impronte digitali, fuori da ogni istituto la coda di chi aspetta di percepire il sussidio di disoccupazione. In chiesa celebrano la messa della domenica delle Palme, la scalinata di accesso è sommersa da fiori, incenso e fuochi accesi; un miscuglio di riti cattolici e maia. Nel bar dove prendiamo una spermuta ci sono immagini sacre, il cattolicesimo è sentito molto più che da noi e sono orgogliosi del Papa sud americano. Nel pomeriggio muoviamo verso Panajachel, dopo pranzo smarriamo uno di noi e la catena di chi cerca gli altri, si allunga fino a 4 persone, ahhhh!!! Con una lancia, al tramonto, raggiungiamo San Pedro la Laguna, peccato che la foschia non consenta di apprezzare la bellezza del lago Atitlan su cui spiccano i coni dei 3 vulcani. Dopo una doccia corroborante un giro in paese, veniamo attratte dalla musica festosa di una chiesa Evangelista. All'ingresso il comitato d'accoglienza che saluta gentile, forse troppo, pare che la Chiesa cattolica stia perdendo fedeli attirati da questi altri gruppi ... più coinvolgenti. La cena a base di pesce si svolge in un grazioso ristorante ma troppo tardi, infatti tornati in albergo collasso a letto.
Aaaarggghhhhh, non è suonata la sveglia! Dopo 7 min sono pronta per il giro in barca senza colazione. La 1a tappa, San Juan, è un paese di tessitrici e pittori, mi soffermo in diversi studi ad osservare i quadri dai colori accesi. La 2a tappa, San Marcos, è stile 'figli dei fiori', i bambini di una scuola suonano tamburi, xilofoni e trombe. In cima al paese l'ultimo antico insediamento Maia, tornando a valle invece acquistiamo il pane di Pasqua, tipo il ns pane al latte, e una spremuta d'arancia faticosamente elargita da 3 ragazzine. 4a tappa Jaibalito dove, con un trek di poco più di 1h costeggiando la montagna sul lago, raggiungiamo Santa Cruz e da lì, con una lancia, Santiago. Un susseguirsi di bancarelle di ogni genere e negozi di artigianato locale, continuano a colpirmi i quadri dei coltivatori di caffè o di mais dipinti riprendendo l'immagine dall'alto. Torniamo alla base e, in serata, nuovamente un ristorante dove ordino pesce, possibile che non faccia schifo nulla in nessuna parte del mondo?!
Il mattino dopo si torna a Panajachel, questa volta la vista sui vulcani e sul lago è limpida, ovvio, siamo in partenza! Dopo colazione si parte col pullman in direzione Sololà con il suo mercato ultra tipico. Un pressing notevole per entrare nella fiumana che si muove compatta, c'è di tutto: frutta, verdura, uova, carne, stoviglie, scarpe, stoffe, spezie, sapone, legumi, pesce: un vero mercato. Le donne che si muovono leste quasi scavalcandoti, indossano abiti meno sgargianti rispetto ai paesi precedenti, anche le stoffe in vendita sono più sobrie. Ripartiamo in direzione Iximche, il sito non è ben conservato ma si distinguono bene i templi con le scalinate difficili da scalare. Nuovamente muoviamo in direzione Antigua, l'antica capitale, pittoresca moltitudine di colori. Molto più turistica delle precedenti è però carica di fascino. In serata assistiamo alla processione ma, a mio avviso, quelle pugliesi sono più suggestive.
Il giorno dopo la visita della città dai caratteristici chiostri che si presentano dietro un ristorante o un negozio, sembra quasi che tutti i palazzi siano stati anticamente conventi. Le facciate colorate si snocciolano lungo le vie acciottolate, le venditrici di stoffe nei loro abiti sgargianti si avvicinano senza importunare troppo, agli angoli delle strade venditrici di frutta tagliata a pezzi distribuita in sacchettini di plastica, ogni tanto pittori che immortalano la città con gli acquarelli. E' sorprendente la pulizia delle strade, non una carta, non una bottiglia di plastica, non una cicca di sigaretta, ed anche i bagni pubblici o dei ristoranti, puliti e profumati: forse dovremmo imparare qualcosa! Nel pomeriggio la processione dei bambini: i maschietti in tunica viola e copricapo bianco di qualsiasi età, portano in spalla il gruppo di statue del Cristo con la croce. A seguire la processione delle bambine che indossano gli abiti della 1a comunione e il velo sul capo, portano in spalla il gruppo di statue con la Madonna. Dietro ogni gruppo la banda che suona. A cena, causa forza maggiore, optiamo per un locale non turistico e siamo piacevolmente colpite dal saluto di chi entra e di chi esce agli altri commensali, una cortesia a noi sconosciuta.
Il giorno dopo la destinazione è l'Honduras; la visita del sito di Copan mi affascina grazie anche alle spiegazioni semplici ed efficaci della guida Rodolfo, in netta contrapposizione con quelle avute in Messico da chi c'è stato. All'ingresso grandi pappagalli colorati volano sulle ns teste ed emettono suoni forti. Anche sul gioco della pelota la spiegazione è un'altra: un rito di ringraziamento per il raccolto abbondante. Fatto sta che la palla è stata inventata dai Maia; prima che gli spagnoli la portassero in Europa era sconosciuta così come il pomodoro, il mais e la patata. La sera un enorme churrasco con cipolla e chili oltre all'immancabile purea di fagioli neri, queso, tortillas e birra honduregna, per finire un piatto di frutta mista. Lungo la strada centrale una sequenza d'immagini sacre e non, eseguite con polveri colorate come le ns infiorate.
Il mattino dopo si riparte per andare a visitare il sito di Quiriguà, lungo la strada ci fermiamo ad acquistare un'anguria dagli ambulanti e la divoriamo in pochi minuti. Ovviamente devo andare in bagno appena finito l'ultimo boccone, così utilizzo quello di una casa di fronte a dove ci siamo fermati :) Il sito, con le sue steli e l'acropoli, emerge da una foresta lussureggiante, sarebbe bello striarsi all'ombra degli enormi alberi ma non c'è tempo, così riprendiamo il pulmino e, attraversando distese di banane, dirigiamo verso Rio Dulce. I campi verdi con le mucche al pascolo, tipicamente vicini ad una hacienda, danno un'idea di benessere. Arriviamo a destinazione e, dopo un'accesa discussione sui giubbotti di salvataggio, navighiamo per quasi 1h verso la Finca Tatin. La struttura che ci ospita è immersa nella giungla, rustica ma pulita, è gestita sulla base dell'onestà degli ospiti. Con le ragazze decidiamo di sistemarci nel dormitorio che si affaccia sul salotto, è tutto aperto a parte il tetto composto da vegetazione. La cena, incredibilmente, è ricca e gustosa, non riusciamo a finire tutto. Alle 22 staccano la corrente quindi ci prepariamo prima per la notte che trascorre nel dormiveglia tra scricchiolii vari e versi di animali. Alle 6:40 sono già in piedi, navighiamo tra 2 ali di giungla accompagnati da cormorani, ibis e gallinelle. Non so come sia il Rio delle Amazzoni ma guardandomi attorno ne ho una vaga idea. Approdiamo ai 7 Altari, patrimonio dell'Unesco, e c'inerpichiamo per raggiungere una fantastica cascata che da seguito a diversi laghetti ... peccato che la cascata è ridotta ad un rigagnolo quindi la ns faticosa ascesa resta fine a sé stessa :( Torniamo alla barca e dirigiamo a Livingstone, un orribile paesino di frontiera con una popolazione multi etnica. Unica nota positiva è bere il latte di cocco direttamente dalla noce, mmmhhhh, fresco e dolce. Ripartiamo per Acqua Caliente, un tuffo nel fiume e gambe sotto il tavolo per gustare la zuppa Topato: granchi, gamberi, un pesce non ben identificato, bananos e latte di cocco, slurp, mi lecco anche le dita. Nel pomeriggio un giro nella giungla fino al fiume, ti aspetti di veder passare Tarzan sopra la testa, le piante che mia madre continua a far crescere in casa, hanno tutt'altre dimensioni e sono così armoniche nella loro ambientazione naturale. Dopo cena chi dondola sull'amaca, chi langue sul divano, chi, come me, preferisce le sedie sospese, muovendosi placidamente con gli occhi chiusi.
Il mattino dopo si riparte per Rio Dulce, durante il tragitto una gigantesca distesa di ninfee, rallentando veniamo 'assaliti' da ragazzine che leste ci raggiungono pagaiando i loro gusci di noce per vendere collane di conchiglie. Riprendiamo il pulmino in direzione Tikal, il sito è davvero spettacolare; molte strutture sono ancora coperte dalla giungla che le preserva. Il palazzo del giaguaro è altissimo così come il n.ro 4, la cui cima raggiungiamo per una panoramica a 360 gradi sulla foresta tropicale che nasconde, e da cui spuntano, i templi. I rumori della foresta ci raggiungono quando smorziamo il ns chiacchiericcio, le scimmie urlatrici emettono suoni incredibili. E' possibile visitare il sito all'alba ma la stanchezza, ed un episodio di forte malessere di uno di noi, mi fanno desistere.
Il giorno dopo si riparte per il Belize, ancora una volta è prevista una tappa ma la paura di non riuscire a passare il confine entro le 12 obbligandoci a pagare una tassa e una guida (ma guida de chè?), ci fanno tirar dritto. Il passaggio alla frontiera è noioso, dobbiamo attraversare a piedi con tutti i bagagli, sotto un sole cocente. Quando arriviamo a Belize City rimpiangiamo subito il Guatemala: la popolazione è aggressiva, ti ci mandano per un nonnulla, non ti danno modo di pensare, sono razzisti al contrario. Un'ora di aliscafo e siamo a Caye Cauker, all'orizzonte i colori dell'acqua tropicale e le onde che s'infrangono sulla barriera corallina. Il paese si compone di piccole case e alberghetti colorati, la spiaggia è quasi inesistente, le strade polverose. Francamente mi aspettavo un altro tipo di 'paradiso terrestre'.
La mattina dopo la ricerca di un posticino dove fare il bagno e prendere un po' di sole, ci sistemiamo laddove l'uragano, 50 anni fa, ha diviso l'isola in 2. La corrente è forte grazie all'incessante vento così non è possibile nuotare come si vorrebbe. Nel tardo pomeriggio mi appresto ad approcciare il giro dell'isola, ma non ho abbastanza tempo, comunque la parte che vedo mi piace: distese di mangrovie si susseguono lungo il percorso e le conchiglie, grandi e bellissime, sono sparpagliate un po' ovunque. Cormorani appollaiati sui pali piantati in acqua, si godono il vento della sera ed il silenzio è raramente disturbato da versi di animali, dal saluto di chi incontro e dal fischio del vento.
Il giorno dopo giro in barca con immersioni a pelo d'acqua: squali, tartarughe, mante, pesci di ogni misura e colore, coralli e una vegetazione marina così armonica. Nonostante la difficoltà di nuotare contro la forte corrente, lo spettacolo è impareggiabile. Sulla via del ritorno anche i delfini, beh, ottima giornata. Da annotare che lo snorckeling con la maglietta preserva la schiena dalle scottature, ma ricordarsi di spalmare la crema sulle chiappe laddove il costume finisce :)
Dopo un po' di vicissitudini per la ns amica ammalata traghettiamo a San Pedro: la isla bonita dell'omonima canzone di Madonna. Sarà che quando l'ha vista lei era tutt'altra cosa ma, ancora una volta, l'isola si rivela ai ns occhi deludente: una misera stradina trafficata e una spiaggia più sabbiosa della ns ma altrettanto insulsa. Poltriamo fino all'ultimo traghetto in forte ritardo a causa dello sbarco dei messicani, il ritorno lo facciamo al buio assoluto, con buona pace della sicurezza in mare!
4o giorno in Belize e c'è un cielo plumbeo come quello di Milano. Faccio il giro dell'isola passando da sud e scattando foto ma, dopo un po', il paesaggio è sempre lo stesso, mah, continuo a non capire quest'isola e chi vuole venirci in vacanza. Oltre ad essere estremamente costosa non c'è nulla da fare se non le uscite in barca per immergersi nella barriera corallina ma, fatta una, ...
Si riparte dopo l'ultimo sole beliziano, dico addio a quest'isola senza troppi rimpianti, e non mi capacito di come una coppia d'italiani possa aver deciso di lasciare la 'triste Italia', per aprire un'attività qui! In aeroporto ritroviamo la ns amica direttamente arrivata dall'ospedale dove dice esser stata trattata benissimo. Siamo pronti per il volo per San Salvador. La sig.na dell'immigrazione s'innamora dei miei capelli continuando a fare complimenti, lei, bellissima senza un sopracciglio fuori posto a me, arruffata come un barboncino. Scopriamo costernati che Leo è stato fermato perché il suo passaporto è segnalato dall'Interpol: conclusione? Lui resta confinato in aeroporto senza passaporto e noi andiamo in albergo: sembra il remake del film di Tom Hanks. La cena in albergo e la camera sono fuori standard avventure, evviva!
Il giorno dopo un giro in centro dove c'è poco da vedere, a parte la cattedrale ed il palazzo di giustizia. Torniamo in albergo per il transfer all'aeroporto dove ritroviamo il ns amico che riparte con noi, mentre il suo passaporto è affidato al comandante che lo consegna al proprietario una volta arrivati: che situazione paradossale! Un po' di ore da trascorrere a Madrid e si riparte per Milano, dove ritroviamo lo stesso brutto tempo della partenza. Un altro viaggio volge al termine, si salutano i compagni e si torna alla normalità, ma la ricchezza e l'esperienza che ti restano tutte le volte, non sono facilmente descrivibili. Provare per credere ;)
Frog
Praticamente, l'impressione è di essere con te in viaggio: complimenti per la capacità descrittiva e la resa impressionistica!
RispondiEliminaAnche le foto sono splendide.
Alla fine mi rimane un'immagine particolarmente "forte": quella delle «chiappe laddove il costume finisce». Seducente!
Seducente?!?
RispondiEliminaNoooo, dolorante!!!
Ahiahiahi
Ciao ;-)
Ciao PF (Preferred Frog), ma dovresti sapere che uno scritto, corredato da immagini è più stimolante. . Ciao giramondo.
RispondiEliminaPS : ma quando lo trovi il tempo per stendere tutta sta roba ?
Come non detto, non avevo visto link alle foto. Sarà l'eta, ma tu non ti azzardare !!!
RispondiElimina:)
RispondiEliminaVabbè dai, molti ottici fanno delle offerte per la 4a età :P
E per quanto riguarda il tempo...in quanto donna riesco a fare più cose contemporaneamente ;)
Rosanna, ma quanto sei brava. Leggo, e scopro che io invece non mi ricordo niente di preciso; mi sono davvero rimbambito, e' stato uno dei piu' bei viaggi che ho fatto. E voglio lodare in particolare le foto, fotografi proprio le cose giuste. Ti abbraccio, ciao, Giorgio
RispondiEliminaGrazie, gentilissimo come sempre.
RispondiEliminaTi porto sempre ad esempio quando dico che chiunque può fare qualsiasi cosa con lo spirito giusto, nonostante le tante primavere, anche un viaggio ANM che, seppur senza particolari difficoltà, non è proprio una passeggiata.
Sei stato il ns mito ;)
Ciao