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04-20 Agosto 2014
24 ore di voli, 1 valigia persa, e si comincia il viaggio. Siamo in Zambia, a Livingstone e, dopo il disbrigo delle formalità, visitiamo le cascate di Victoria Falls, un possente ammasso d'acqua che precipita per 108mt. Lo spettacolo è notevole e, nonostante la stanchezza, ci avvolge così come gli spruzzi d'acqua, talvolta attraversati dall'arcobaleno. La sera una succulenta cena a base di coccodrillo, hamburger, pane all'aglio, samoa, il tutto annaffiato da birra Mose. Si spegne la luce nelle 2 camerate da 8 mentre fuori, il concerto, non accenna a terminare.
La colazione con uova, bacon, fagioli, pomodoro e pane tostato, va giù tranquillamente sapendo che il pranzo potrebbe realizzarsi ad un'ora imprecisata. Si passa la dogana traghettando lo Zambesi, laddove s'incrociano 4 stati: Namibia, Zimbawe, Zambia e Botswana, la ns meta. Arrivati al Toro camp si montano le tende, per la prima volta, ma sarà una costante del ns viaggio. Subito dopo cambio danaro e spesa in città. Giusto il tempo di tornare e saltiamo sui mezzi per la crociera sul Chobe. Da bravi patriotti, prepariamo i panini con il salume portato dall'Italia, altra costante del viaggio, e pranziamo contemplando la ricca fauna al di là del parapetto. Elefanti, facoceri, bufali, impala, coccodrilli, ippopotami, kudu, fish eagle e numerosi altri uccelli. L'Africa animale si mostra a noi in tutta la sua bellezza, e la visione del fiume che divide il Botswana dalla Namibia, è a tratti struggente, soprattutto quando la palla infuocata del sole si tuffa all'orizzonte. La sera si organizza la cena sul carbone ed il fornelletto funziona davvero. Dopo i pettegolezzi al tavolo ci si appresta alla 1a notte in tenda.
Notte che passa nel dormiveglia.
Alle 2 suona una sveglia, quella di Serena, che ha sbagliato a puntarla e, dopo aver rammendato i pantaloni, realizza, nella mancanza di movimento degli altri, il suo errore. I rumori della notte ed il materassino appoggiato a terra, mi mettono alla prova. Alle 6 sveglia vera, colazione veloce e si salta sulle jeep scoperte dove il freddo pungente ti entra nelle ossa. Arriviamo al parco ed è un'apoteosi di animali, come afferma Paola, è il paradiso terrestre. Nella mia precedente esperienza non ne avevo visti così tanti. Purtroppo la sfiga della jeep verde si abbatte nuovamente, e anche questa sarà una discreta costante, tant'è che dobbiamo trainarla davanti ai leoni. (E meno male che non si poteva scendere!). Il ns game drive si conclude anticipatamente quando la jeep s'insabbia per l'ennesima volta, grrr, anche se di animali ne abbiam visti davvero tanti, compresi leopardo, leone e leonesse. La sera la zuppa non vuole proprio bollire, ma purè e pop-corn, invece, si preparano velocemente. Domani si smonta il campo per il transfer, sveglia alle 5:30.
Smontare il campo al buio è un incubo, e veder caricare le valigie senza logica, anche! Comunque partiamo e il surgelo entra subito in atto. Dobbiamo fare solo 150km, ma impieghiamo 6 ore. Lungo il percorso l'acquisto del pane, il pranzo al sacco, il carotaggio di una cacca da parte di Alessandra e poi, perdo 10 anni di vita assistendo a quello che credo essere l'investimento di Massimo. Fortunatamente l'urlo d'Annalisa e mio ha fermato l'autista, quando già stava passando con le ruote sul corpo a terra. Qualche escoriazione, domani un probabile livido, ma tutto qui. Quando stiamo per ripartire salta l'impianto elettrico con una bella fumata, fortunatamente gli autisti riescono a rimediare, e si riparte. Arriviamo al Savuti dove non dovremmo pernottare per mancanza di posto, invece lo troviamo e decidiamo di pagare il salato conto dato che, causa mancanza d'acqua da bere, non potremmo sopravvivere laddove dovevamo andare (e meno male, scopriremo poi). Il camping è scomodo (già), la sabbia fa sì che i mezzi affondino, con buona pace di chi spinge, ed i bagni sono lontanissimi, ma vabbè. Giusto il tempo di sganciare il carrello dei bagagli e partiamo per il game drive, anche se non siamo tutti d'accordo. Di ritorno, al buio, montiamo il camp, e prepariamo la cena su un fuoco che proprio non aiuta, e stanotte, chissà...
Personalmente me la dormo a sufficienza, c'è chi dice di aver sentito versi animali. Si parte all'alba per il game drive, ritroviamo i leoni e tanti altri animali tra cui un branco di bufali, qualcuno dei quali ci guarda torvo, molto torvo, e poi un gruppo di iene che litigano tra loro, con il collo sporco di sangue. Dopo il pranzo e un po' di relax, un altro game drive, che si conclude con l'osservazione di un gruppo di leonesse spaparanzate a terra, dopo aver banchettato. Domani ultima mezza tappa al Savuti e poi partenza.
Il game drive del mattino, nonostante la levataccia, non sortisce alcun incontro interessante, le leonesse scappano disturbate proprio dalla ns Toyota. Facciamo un branch e carichiamo i bagagli, percorriamo, grazie a 2 belle spinte, i 60km fino al campo Nababe: il nulla assoluto! Sembra una presa in giro ma è la tragica realtà: niente acqua, niente bagni, niente di niente. Neanche animali, ahinoi, e la rabbia, verso il corrispondente locale, cresce, lenita solo da tortiglioni al ragù, speck, prugne e marshmallows abbrustoliti dal fuoco. Si beve acqua potabilizzata che fa un po' schifo ma insomma, siamo o no Avventure nel modo? Osserviamo le stelle malamente per colpa della luna piena, e domani nuova tappa, e meno male dato che dovevamo passare qui 3gg.
Sveglia alle 5:30 e si smonta il campo. Questa volta, durante il tragitto, vediamo qualche animale ed il combattimento tra 2 maschi di giraffe; incredibili le torsioni dei lunghi colli ed i colpi alla pancia. Il paesaggio cambia completamente quando arriviamo al fiume Khway, affluente dell'Okawango. Qui, ippopotami e uccillini, la fanno da padrona. Proseguiamo verso la riserva di Moremi e, dopo aver rimontato il campo e fatta la doccia, ripartiamo per il game drive del pomeriggio che, a parte giraffe e zebre, non è poi così fortunato. Ancora una volta aspiro l'odore della savana, e riempio gli occhi con il paesaggio. La sera agitazione nel campo per l'avvistamento di diverse iene, e stanotte chissà cosa succede...
Nulla, alla fine non è successo nulla :) Partiamo in direzione Xnanaxsa e montiamo nuovamente il campo. Andiamo all'imbarcadero e, con profondo disappunto (usando un eufemismo), scopriamo che la barca non è stata prenotata, e non ce ne sono disponibili. Il malcontento cresce esponenzialmente fino al lamento generale; non mi sono mai trovata in una situazione del genere. Il malessere è sicuramente amplificato da ciò che è andato storto, da cose non dette specificatamente o non recepite, ma, ritengo, sia più facile colpevolizzare piuttosto che tentare di risolvere i problemi, e questo non va mai bene. Alla fine si organizza un game drive pomeridiano durante il quale assistiamo alla scena del leopardo che si crogiola a pancia in su, si alza, attraversa la ns strada, si arrampica sull'albero dove ha abbandonato la sua preda, e la trasferisce su un ramo più alto. Anche il paesaggio di acquitrini e scheletri di alberi è affascinante, tutto sommato la giornata ha svoltato al meglio. Ancora gli auguri a Francesco che proprio in Africa compie 18 anni, domani sarà una giornata estremamente impegnativa, buonanotte!
Bip, bip, bip, sono le 5:30, velocemente si disfa il campo, si fa colazione e poi giro in barca nell'Okavango. Molto bello e suggestivo mentre il sole si leva all'orizzonte. Mi ricorda le valli di Comacchio ma, l'elefante che incrociamo e che barrisce verso di noi scappando, o i piccoli coccodrilli, sono indice di tutt'altra location. Al rientro partiamo, alla velocità massima consentita, per Manu, e non sembra vero di tornare su strade asfaltate e incrociare, finalmente, gli autoctoni. A destinazione ci dividiamo in 3 gruppi per il volo sulla foce dell'Okavango. Gianni rinuncia perchè il corrispondente, ancora una volta, ha sbagliato prenotando solo 15 persone! E' un'esperienza piacevole e del tutto nuova volare con un cesna di 5+1 posti, il naso incollato al finestrino. Torniamo in albergo e non mi sembra vero avere una camera bella e confortevole dove ci diamo una bella ripulita. La cena, ovviamente preparata in tempi biblici, è gustosa ma, domani, si ricomincia il campeggio; il letto king size e il bagno in camera, servivano solo per ricaricare le batterie :P
Sveglia normale e maxi colazione con tutto, proprio tutto, quello che offre il ristorante. Andiamo in città per la spesa e per un mini shopping turistico. 4 ore di strada con pausa pranzo impossibile grazie all'arguzia di Elefant man, e si arriva al planet baobab, un camping con protagonisti questi maestosi alberi. La location è davvero carina. Dopo aver montato le tende partiamo per il villaggio; non è così povero come quelli in Malawi, anzi, in via di sviluppo, si passa dalla capanna alla casa di mattoni, intonacata e tinteggiata. C'è confusione per strada a causa della campagna elettorale. I visi dei cittadini, e soprattutto dei bambini che giocano a pallone, e che corrono a farsi fotografare. Si torna al camping per la cena e, dopo i racconti attorno al fuoco, tutti a nanna.
Ancora una volta si smontano le tende e, dopo colazione, si gira tra i baobab armati di macchina fotografica. Ripartiamo per un polveroso viaggio di 5 ore verso Kubu Island, il paesaggio cambia: alberi rinsecchiti, verdi alberi a ombrello, una distesa di erba secca senza alberi o arbusti, il salar che tanto ricorda quello di Uyuni. S'incrociano mucche, uccelli, fauna e flora sono mutati. L'arrivo al camping sprovvisto di tutto, anche di acqua, ci vede in un primo pomeriggio d'ozio, cui segue una passeggiata attorno all'isola ove presenziano baobab, e pietre livellate dal vento forte. Dopo aver assistito ad un infuocato tramonto, diamo fondo ad una sostanziosa cena.
L'alba dalle rocce dell'isola, rischiara il cielo e, dopo la visione, colazione e partenza per Nata. Durante il tragitto si rompe la marmitta del mezzo verde che viene riparata con una lattina. Pranzo al sacco e si arriva al camping dopo un controllo della polizia stradale dove si pensava, e ci si augurava, che dessero una multa al presuntuoso Elefant, ma, anche questa volta, gli va bene. Il camping è carino e ben attrezzato, a parte gli inquietanti cartelli di scorpioni nei bagni. Finalmente una doccia calda che ritempra il fisico. Pomeriggio di relax chiacchierando e messaggiando, bentornato wi-fi, ed una cena fin troppo ricca. Domani sveglia all'alba, e si torna a Kasane.
Viaggio lunghissimo con rottura del mezzo bianco, giusto per non farci mancare nulla! Pranzo da terremotati, e dire che poco più in la c'è un'area attrezzata, e si arriva nuovamente al Toro lodge. Montiamo in campo e subito si forma una pozza maleodorante che ci costringe a spostarci. Nel pomeriggio ultimo game drive nel fantastico Chobe, non fornisce incontri particolarmente interessanti, ma il paesaggio...wow. L'ultima cena attorno al fuoco e l'ultima notte di campeggio, vi dirò, ne sono molto contenta!
All'alba salutiamo gli autisti che, francamente, non sono da premiare. Partiamo per lo Zimbabwe, passiamo i controlli e, dopo qualche km, siamo nuovamente a Victoria Falls. Dopo il pranzo a bordo piscina, si parte in perlustrazione; le cascate, da questo lato, sono ancora più affascinanti che dallo Zambia. Attraversiamo il ponte che collega i 2 stati e facciamo shopping dai ragazzi che arrivano, giusto lì, dallo Zambia. Fortuna che ci sono loro, perchè i negozi hanno fatto cartello con prezzi impossibili. La contrattazione non è proprio nelle corde di Marassi! Dopo aver giocato a tetris con la valigia che, nonostante i vestiti regalati, sembra essersi rimpicciolita, si parte per l'ultima cena al Mama Africa. Domani inizia il lungo viaggio di ritorno.
Colazione da un simil McDonalds e dogana sullo stesso ponte attraversato il giorno prima, il percorso inverso prevede gli stessi 3 voli dell'andata: Livingstone > Johannesburg > Cairo > Malpensa.
Nonostante gli eventi negativi, il bilancio di questo viaggio è assolutamente positivo. Purtroppo non si sono visti così tanti animali come ci si aspettava ma, dicono, essendo piovuto molto, sono sparsi sul territorio. Personalmente sono decisamente in attivo rispetto a Malawi-Zambia. Arrivederci ai compagni di viaggio ed all'Africa, che così tanto ha da offrire.
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