Ieri sera ero davvero stanco e poco dopo cena sono letteralmente crollato, con in mano il lettore ebook che non sono neanche riuscito ad accendere: me lo sono ritrovato ancora lì quando mi sono svegliato durante la notte.
La stanchezza giustifica - ai miei occhi - il fatto che abbia dimenticato di menzionare due begli incontri: una famiglia di Zurigo, partita a piedi da Roma e diretta a casa e che, al momento, desiderava di vedere finalmente il mare; e poi Donatella, hospitalera dinamica e attenta a tutto (anche l'acqua fresca in frigorifero!), con quella parlata toscana così verace che mi incanta sempre.
Stamattina mi sono dato un po' di tempo per decidere cosa fare. Dopo una notte di pioggia e con la previsione che sarebbe piovuto tutto il giorno, cosa fa un pellegrino? Si ferma a Lucca oppure al primo ostello sulla via o segue il proprio programma?
Verificato che la pioggia non fosse torrenziale, ho deciso di camminare come nulla fosse. Quindi sono partito alle 6.30 (gli altri pellegrini non si erano ancora mossi).
La pioggia è continuata fino alle 11, ma i piedi a mollo non si sono lamentati più di tanto.
Inoltre ho conosciuto 3 runners-maratoneti pisani, Enrico, Roberto e Alessandro, che avevano in programma di bruciare le tappe (50 km/giorno), ma non potevano permettersi un cammino continuo (quindi forse ci rivedremo più avanti, quando mi supereranno di nuovo).
Sono arrivato a Galleno, solo, e per di più dormirò per terra (al coperto) con il sacco a pelo, perché - novello Gesù - non c'era posto nell'ostello (delle suore dovevano occupare lo spazio parrocchiale). Ma non posso lamentarmi.
Sono in Toscana, e si vede: cena con menù di cinghiale.
Buon appetito
Anonimo Francigeno
In certi viaggi dormire in terra capita, ma è un modo come un altro per apprezzare poi il proprio letto quando si torna a casa. Mai dare nulla per scontato.
RispondiEliminaBuona continuazione