Per la prima volta in questo cammino, sono accompagnato per gran parte dell'itinerario, ed oggi si tratta di Alec.
Non parliamo moltissimo, ma quel tanto che serve per "inquadrarsi".
Parliamo invece molto con i ciclisti che incontriamo sulla strada e che sono una quantità consistente: l'esperienza della fatica - e della soddisfazione - ci accomuna e ci guardiamo e salutiamo sempre con simpatia.
2 situazioni al bar stamattina hanno sollecitato la mia riflessione: il primo è quello di Camaiore, che all'ora della mia colazione (7.30), già vedeva 2 persone impegnate con le macchinette del gioco a soldi (nessuna relazione con nessun altro); il secondo di Valpromaro che proponeva un curioso cartello che univa cultura della sicurezza e attenzione alle entusiasmanti vicende italo-calcistiche.
Qualcuno potrebbe tentare una sintesi che componga insieme le due situazioni. Io no, però, perché ammetto stasera un certo appannamento fisico.
La stessa condizione mi impedisce anche di trattare il senso di quella frase latina letta sulla parete di una casa e qui posta nel titolo: ci si riferisce alla fine del caldo, al continuo cambiamento delle cose, alla durata limitata anche di ciò che può sembrare eterno, o altro ancora?
In ogni caso, mentre mi sto ancora scervellando, ecco arrivare la pioggia. Forte, ma breve, lungo il cammino; maestosamente imponente durante la serata a Lucca. E pensare che c'era in programma il concerto degli Scorpion, data unica per l'Italia.
Chissà se hanno suonato. Magari qualcuno smanetta in Internet e me lo sa dire.
Anonimo Francigeno
Meraviglioso!!! Anche se non ho ben capito il cartello sulla Juve. Comunque per la cronaca, se pur sotto il diluvio, pare che gli Scorpions abbiano suonato.
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