A colazione tè, latte, caffè, brioche, pane burro e marmellata, spremuta d’arancia fresca che guardiamo con occhio critico, siamo stati messi sull’avviso di effetti collaterali poco simpatici, ne bevo giusto un sorso. Carichiamo i bagagli nel pulmino e ci facciamo sgridare dalle donne marocchine perché Nicoletta fuma una sigaretta: siamo in periodo di ramadam quindi non si mangia, non si beve, non si fuma, non si tro…ehm, non si fa nulla che dia piacere per 28 giorni, argh! Mentre Walter, Paolo e Francy, in fuoristrada con Sahid, partono verso l’aeroporto perché il bagaglio è arrivato, noi prendiamo la strada per Meknès. Durante il lungo viaggio Elena, l’ugola d’oro del tortellino, ci legge qualcosa sulla guida e Ivano, uno dei 4 baresi, intervista il ns autista, Tofik, suscitando l’ilarità generale, le top 5:
- Monogamo-poligono
- Le femminucce è facile…i maschietti li devi sfrugugnare
- Disordinator
- Rabarbaro (berbero)
- Arsemio (astemio)
Per strada alcuni posti di controllo militare e molti autovelox: potremmo esportare il tutor, sarebbe un successo! Facciamo sosta all’ingresso della città per le foto di rito alla porta di Bab Mansour, ovunque uomini mollemente adagiati nell’erba o sui gradini, ad aspettare, boh? Forse che finisca il ramadam? Visitiamo l’antico granaio e andiamo alla città storica Moulay Idriss per visitare le rovine romane di Volubilis. Al sito la guida, che a 14 anni, nel 1975, è stata una comparsa nel film di Zeffirelli, Gesù di Nazaret, cerca di tenerci serrati con scarsi risultati “Per piacere, di qua …”. Da un rapido calcolo constatiamo che ha 50 anni, sarà, ma sembra mio nonno, che è morto a 101 anni! Parla come un automa, deve avere studiato a memoria quello che ci racconta, ci guardiamo in faccia e ridacchiamo, nessuno di noi ha il coraggio di fare una domanda, sarebbe probabilmente qualcosa d’imprevisto. Il suo momento goliardico risulta dallo spettacolino in cui coinvolge Francy e Pio per esibire una forma fallica indicante l’antico bordello. A beh! Le foto più assurde le scattiamo simulando le colonne: doriche, corinzie, …, e quelle dei 4 cantoni sui muri diroccati. Risaliamo sui mezzi in direzione Fès, fuori dal finestrino un paesaggio brullo estremamente affascinante, soprattutto quando individuiamo lo specchio d’acqua del lago di Nzala el Oudaia incastonato tra le montagne. Raggiunto l’albergo scopriamo che la piscina ha chiuso, sigh, quindi affoghiamo il ns dispiacere in una birra Casablanca che evapora, secondo me la bottiglia era bucata! Doccia, cambio e via, tutti fuori verso il ristorante tipico Zorha, nella vecchia medina. Cus-cus di carne e/o verdure, spiedini, pollo alle olive o alle mandorle, polpettine, una zuppa che ci lascia alquanto perplessi, melone, banane, dolcetti e tè alla menta. Mentre nel pulmino partono canti popolari, nel fuoristrada, dove sono io, passano i pinguini, incrementando il mio mal di testa in modo esponenziale, cerco di seguire la conversazione di Paolo e di Sahid in inglese, traducendo qualcosa per Elena (eheh, ma allora il corso è servito a qualcosa). In albergo, nonostante l’intervento del ns Mantova ing, l’aria condizionata non parte ma, nonostante il caldo soffocante, cado nelle braccia di Morfeo, a dispetto di Giulia che quasi non chiude occhio.
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