15/08/2011
“Buon ferragosto!!!”. L’sms di Rita mi desta 5 min prima che suoni la sveglia. Come ogni giorno si ricompone il trolley, a colazione ci sono diversi tipi di croassaint, frittellone da spalmare con miele o marmellata, altre frittelle spugnose e qualche dissertazione sul salato che, da buoni italiani, non tocchiamo. Anche in questo albergo i tovaglioli di carta sono contati, ci sembra di capire che sono una rarità così valutiamo se è il caso di mettere su un business. Andiamo alla scoperta di Fès, la guida comincia dal Palazzo Reale residenza del Re, questo ‘monolocale’ in un parco di 40 ettari con le sue porte in oro zecchino! Proseguiamo per la via degli ebrei ammirando i balconcini lavorati, arriviamo così alla medina. In un intrico di vicoli percorriamo la zona residenziale andalusa dove le belle case, riad, sono abitate da persone facoltose o sono state trasformate in alberghi o ristoranti. Successivamente passiamo alla zona dei mercanti e qui, il vero Marocco, appare in tutto il suo splendore: banchi di frutta e verdura, negozi mignon che espongono la carne direttamente sulla strada, pesce su cui ronzano numerose mosche, animali vivi con le zampe legate pronti per essere venduti, molti gatti la maggior parte dei quali con un aspetto malsano. E poi i tessuti, la via dei tintori, la conceria. Mentre aspetto gli acquirenti di borse e affini, entro in una scuola dove i bimbi stanno facendo merenda, regalo tutte le penne che ho portato all’insegnante, una bimba mi guarda sgranando gli occhi. Resterei volentieri con loro ma devo raggiungere il gruppo. In questo dedalo senza fine il mezzo di trasporto per la merce sono carretti o muli, questi ultimi, infatti, si trovano spesso ‘parcheggiati’ al fianco delle persone. E’ un miscuglio multicolore di stili, visi, colori, qualcuno cerca di venderci qualcosa ma non sono troppo insistenti. L’ultima tappa è una farmacia gestita da padre e figlio, vere volpi nell’arte del commercio. Fanno odorare e testare tutto quello che propongono, truccano Elena con kajal e porpora, massaggiano Enrico per togliergli lo stress, stappano il naso a tutti con la polvere magica anti russamento che ha anche altre 1000 proprietà. Decido finalmente di fare acquisti con l’irrefrenabile Valeria che risulta essere la loro miglio cliente. La nostra giuda ci lascia in prossimità di un bar dove la maggior parte di noi ordina una specie di panino fatto con un impasto di cus-cus farcito con formaggio di capra, i passanti ci guardano e noi ci sentiamo un bel po’ fuori luogo a mangiare e bere nei tavolini collocati sul marciapiede mentre loro sono a digiuno, ma noi non siamo mussulmani. Quando riprendiamo il pulman facciamo un ultima sosta al centro commerciale Marjan per terminare gli acquisti in virtù della serata che ci attende: 2 bottiglie di vino, 1 di gin, 1 di rhum, succhi, patatine, coca cola, … gli alcolici vengono forniti esclusivamente previo esibizione del passaporto. Torniamo a bordo, ci aspettano ben 5 ore di strada prima di arrivare al ‘fortino’, così lo chiama Walter, alle soglie del deserto. Fuori dal finestrino il paesaggio cambia ancora, le montagne rosa corrono ai nostri lati. Circa alle 19:00 finisce il ramadam quindi ci fermiamo per la cena dei nostri 2 autisti, l’albergo nel deserto è veramente bello, moresco e suggestivo al tramonto, riccamente cesellato nei muri così come nelle lampade in ferro, appoggiate a terra. Valutiamo se fermarci qui per la cena, i bassi tavoli tondi circondati dai divanetti, imbanditi con varie pietanze, c’ingolosiscono e crediamo che le stanze siano da mille e una notte, ma l’onestà ha il sopravvento, dato che abbiamo prenotato: disdire qualche ora prima non sarebbe corretto. In compenso ordiniamo le solite 20 birre che sorseggiamo seduti fuori facendo l’appello per i compleanni, incredibile, siamo ben 3 a compiere gli anni lo stesso giorno: Riky, Walter ed io! Ripartiamo ancora una volta, durante il viaggio un jukebox di canzoni anni 80 condite da telenovelas, giochi a quiz e cartoni animati. Quando arriviamo la parola ‘fortino’, per definire il ns albergo, ci sembra davvero eccessiva; è una costruzione bassa, sembra di terra e paglia, con un giardino centrale e una terrazza enorme dove si affacciano tutte le nostre stanze collocate in simil torrette, c’è la possibilità di dormire in terrazza, infatti numerose reti sono accatastate in un angolo. La cena è la più gustosa che abbiamo mai fatto anche se le pietanze sono pressoché le stesse, termina con il tè servito in giardino dalla nostra guida del deserto, Mohamed, metà tuareg, metà berbero, che si presenta indossando uno splendido abito blu con tanto di turbante. Dopo aver ascoltato il piano per domani, giusto per digerire, optiamo per un bel tuffo in una piscina più che sospetta, poco illuminata, circondata dalle montagne. Entra prima Tibet, poi Francy, segue Pio, Giulia, qualche altro temerario, beh, non potevo mancare ;-) Attiviamo il momento alcolico con giochi vari per incentivare, qualora ce ne fosse bisogno, il “buttalo giù” in caso di perdita. Passiamo dalle parole associate (già, quello di capodanno della Betta), a quello dei 3-bum, concludendo con A-E e ricominci. Quando qualcuno comincia a farfugliare e Mohamed arriva, probabilmente per dormire laddove noi stiamo facendo un bel po’ di casino, decidiamo di andare a nanna sotto le stelle. Sistemiamo i letti sul terrazzo in ordine sparso, le ultime stupidate, il bacio della buonanotte di Elena, la favola per Riky e, finalmente, ci addormentiamo, o almeno ci proviamo, sotto una splendida luna quasi piena.
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