giovedì 12 settembre 2013

11 SETTEMBRE 2001


Cosa vi ricordate di quel giorno?

Io abitavo a P.to Garibaldi e sono andata a lavorare a Ravenna. Davanti al mio computer, dopo la pausa pranzo, ho telefonato al cliente per chiedere delucidazioni in merito a quello che stavo sviluppando. Quando ho sentito la sua voce dall'altro capo ho salutato e ho cominciato a esporre le mie perplessità, lui m'interrompe dopo poco chiedendo "Ma non sai niente?", ed io "Cosa?", lui "E' scoppiata la 3a guerra mondiale" ed io "Ma smettila di straparlare" ma, dal tono, capisco che non è uno scherzo, lui "C'è stato un attentato e un aereo si è schiantato in una delle torri gemelle a NY". Articolo un "Cosa?", lui "Hai capito bene" ma il mio cervello deve ancora elaborare questa macabra notizia, metto giù, mi giro verso il mio collega Isauro e gli trasmetto la notizia. Cerchiamo di reperire informazioni su internet, ma è bloccato dalle troppe utenze già connesse. Mi sposto nell'uff. dell'amministrazione e avviso Silva e Rita, fanno fatica a credermi. Accendiamo il televisore e, su tutti i canali, scorrono le immagini che conosciamo tutti.

Non posso ancora credere che stia succedendo davvero, siamo così abituati ai film d'azione che quello che osservo sembrano le scene di una produzione di Spielberg, invece è l'amara realtà! In diretta assistiamo allo schianto del 2o aereo, le voci in sottofondo ripetono "Oh my God", già, anche io lo penso, non sono praticante ma, inanzi a tali eventi, ti aggrappi alla fede per trovare la forza. Continuiamo a passare da un canale all'altro, il TG4 condotto da Fede ci mette, suo malgrado, meno angoscia. Zoomano sulle persone alle finestre che chiedono aiuto e puoi solamente immaginare la disperazione e la paura che alberga nei loro cuori. Quando le torri collassano, come castelli di sabbia, l'una dopo l'altra, continuo a pensare "Non sta succedendo davvero", i visi bianchi di chi s'è salvato rigati dalle lacrime. E poi il Pentagono, il sacrificio di passeggeri ed equipaggio del 4o aereo, come può una potenza come l'America essere stata colpita in questo modo? Terrorismo, questa è la parola, questa è l'intenzione, questo è stato. 

Questo giorno la storia è cambiata ancora. Credo che l'uomo sia l'essere del creato al contempo più intelligente e più stupido, capace di scoprire il fuoco fino ad arrivare a mettere piede sulla luna e distruggere tutto in nome della religione, dei soldi, del potere, del proprio egoismo. Cos'è cambiato d'allora? Nulla! In molte parti del mondo si continua a morire di fame, ognuno si vuole imporre sugli altri, ci si preoccupa solo di quello che non si ha e di come fare per ottenerlo senza pensare e pesare quello che è già nostro. All'alba di una nuova guerra, in recessione, in pieno dissenso politico Italiano e potrei andare avanti all'infinito, mi chiedo se possiamo mai salvarci.

Non so, invidio la spensieratezza dell'adolescenza, ma la consapevolezza dei miei anni mi porta a voler vivere al meglio ogni singolo giorno che ci viene regalato, e non è una frase da cioccolatino, ma un'intenzione. Oggi, come sempre, non ho visto molta televisione, ma ho avuto la netta sensazione che questa giornata sia trascorsa come un giorno qualunque e francamente non mi sembrava giusto, per questo mi è venuta voglia di scrivere, di ricordare e di far ricordare a chi leggerà.

La vita è un dono, non sprechiamola.

Frog

1 commento:

  1. Grazie per le tue parole, Frog.
    Io voglio solo aggiungere un ricordo.
    Avevamo in casa un grande puzzle di NY che ci avevano regalato il giorno delle nozze e che ci aveva impegnato per alcuni mesi: in esso campeggiavano imponenti e maestose le Torri Gemelle.
    La sera di quell'11 settembre, al ritorno di Aurora dal lavoro, Davide (allora aveva 6 anni) aveva iniziato a raccontarle la sua giornata con queste parole: «Sai, mamma, quei due palazzi? Non ci sono più».
    Semplicità diretta ed efficace di un bambino non ancora capace di distinguere tra fantasia e realtà in TV, ma capace di cogliere la sorpresa, lo sgomento, l'incredulità negli adulti intorno a lui e di dar loro voce.

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