martedì 25 febbraio 2014

SU E GIU' PER LISBONA




Easy Jet fa il suo dovere così i bagagli finiscono in stiva perchè nella cappelliere non c'è più posto. "Dovrete aspettare max 20 min per ritirarli" cinguetta l'impiegata, ma i 20 min si trasformano in 1h. Il servizio informazioni ci dirotta al bus navetta e non alla metro per arrivare a Marques De Pombal, quindi, oltre a pagare di più, impieghiamo una mezz'oretta ad uscire dal traffico. Piove, ma domani dovrebbe smettere. Mentre cerchiamo Casa Belmonte, scopriamo con disappunto che le vie hanno numeri pari e dispari inversi. John ci accoglie caloroso dopo l'ascensore da 'Profondo rosso' e si prodiga in innumerevoli consigli e spiegazioni. Finalmente ci accompagna alla stanza; piccola ma accogliente, con un mini bagno. Ikea regna sovrana! Si cena non lontano: zuppa, omelette, baccalà. Le porzioni sono notevoli e portano il coperto/antipasto a consumo: 2 fette di pane, 3 olive...buffo. Si scappa in metro e impieghiamo un po' a capire come funzionano le carte: c'è quella 24h e quella a consumo, entrambe ricaricabili. Dirigiamo verso l'Alfama e a piedi raggiungiamo con una botta di ... fortuna, l'Onda Jazz. Siamo intercettati dalla fidanzata del contrabassista e, dopo 1h 1/2 di buona musica, i due vecchi commilitoni si salutano con calore. Fiumi di parole e si va a nanna quando per noi sono le 4 1/2.

Colazione in pasticceria ed esplorazione della città: l'Avenida da Libertade, dove si susseguono i negozi chic, la bellissima stazione dei treni, le piazze quadrate su cui si affacciano i bei palazzi, la cappelleria più antica e lì vicino Ginjinha, lo storico negozio che mesce bicchierini del famoso liquore all'amarena (frutto che a me tipicamente non piace, ma mi sacrifico in nome della cultura, prosit!), offerte di fumo (mah!), tram, elevatori, la Praca do Comercio che si affaccia sull'estuario del Rio Tejo, così vasto che sembra il mare, il Convento do Carmo, così drammaticamente suggestivo con gli archi che si stagliano nel cielo senza più il tetto, distrutto, come quasi tutta la città, nel terremoto del 1700. Pranziamo in un minuscolo locale 'very local', con un'enorme bistecca accompagnata da riso, insalata e patatine fritte (vere, non surgelate). E ancora saliscendi della città, lo storico tram 28, l'elevatore di Bica, i mirador,  la spettacolare vista notturna della città illuminata anche dalle luminarie di Natale, dalla cima dell'Elevador de Santa Justa. Chissà perchè mi sovvengono Ambro e Dedè, ma francamente da fastidio anche a me sporgermi!

La domenica è quasi tutto chiuso così facciamo colazione allo Starbuck dove acquistiamo anche qualcosa per il pranzo dilapidando un po' troppi eurini. Il treno per Sintra arriva a destinazione dopo 1/2h, saliamo al volo sul pullman che ferma nei 3 siti principali. Il 1o è il Palacio Nacional, acquistiamo il biglietto cumulativo e lo visitiamo: è bellissimo, gli arredi notevoli, gli azulejos azzurri imponenti, la cucina con i 2 giganteschi camini mi fa pensare a chissà quante vivande sono state preparate, i giardini sono piccoli ma curati. Passiamo al Castelo dos Mouros; percorriamo tutte le mura, a volte riparate, a volte sbattute dal vento. In un cartello leggo che la montagna su cui è arroccato il castello, blocca i venti più freddi creando un microclima salubre e più caldo rispetto alla latitudine. Dopo il pranzo con i gatti che ci girano attorno tipo squali, riprendiamo il pullman per l'ultimo sito. Il Palacio National de Pena: un trittico curioso e dagli stili completamente differenti, affascinante per la sua particolarità e con una vista, ancora una volta, splendida. La visita degli interni merita tutto il biglietto, il top è la vasca con incorporata la doccia. Usciamo che ormai non manca molto al tramonto quindi riprendiamo il pullman e scendiamo in paese girovagando per i vicoli e bevendo Ginjinha in bicchieri di cioccolato. Il treno ci riporta a Lisbona, una puntata veloce in albergo per una doccia e nuovamente fuori per la cena con gli amici portoghesi. Il ristorante, frequentato da soli locali, è pieno di gente, tant'è che dividiamo il tavolo con una coppia che subisce il martellamento della granseola cannibalizzata per antipasto, gnam. Ovviamente il piatto principale è il baccalà, cucinato in uno dei 365 modi portoghesi. Si conclude con un liquore a base di mandorla e si salutano gli amici.

Dopo colazione si punta in direzione Belem, quando siamo quasi arrivati scopriamo che il lunedì è tutto chiuso: perchè leggere la guida quando puoi viverlo? :-) Ispezioniamo comunque il monastero e la famosa torre calcolando i tempi per riuscire a visitare tutto domani. Ci consoliamo con pasteis de nata e caffè e torniamo indietro dirigendo verso l'Alfama con il tram 28 dove assisto all'opera dei famosi borseggiatori, occhio ai marsupi! Percorriamo le strade dell'unica parte della città che non è stata distrutta dal terremoto, osserviamo il panorama da 2 diversi mirador che non sempre offrono una bella vista, causa tetti diroccati e gru. Dopo strade e Chiese arriviamo al Castelo do Sao Jorge, manca 1h1/2 alla chiusura quindi la visita è accelerata, il tramonto dalle mura merlate è qualcosa di magico. Restiamo fino alla chiusura osservando l'imbrunire, che pace. Quando usciamo entriamo nel bar con la scritta "C'è bisogno di Pastei de Nata nel mondo", come resistere, così pasteis accompagnati da un bicchiere di porto. Torniamo all'Alfama per la cena in un ristorante dove suonano il Fado, suggerito da John. Siamo pochi ma lo spettacolo è piacevole mentre si mangia la cataplana. La sig.ra che canta mi ha preso in simpatia ed è davvero brava, la musica è melodica e struggente, peccato non capire le parole.

Ultimo giorno a Lisbona e torniamo a Belem, visitiamo il monastero di Jeronimo in stile manuelino; sembra fatto all'uncinetto. La cattedrale ha una vista spettacolare dal coro alto. La famosa torre, invece, è un'interessante struttura di difesa, 5 piani che terminano con una terrazza da cui si gode una vista meravigliosa. Pranziamo in pasticceria e muoviamo verso il museo delle carrozze ma, amara sorpresa, è in restauro giusto per 2 giorni. Si torna a Lisbona, ancora passeggiate, si mangiano castagne, si prende l'ultimo elevador.

A differenza di quanto mi aspettavo Lisbona non è così a buon mercato, purtroppo la povertà si fa ben vedere con i mendicanti e i tanti senza tetto che dormono per strada, e credo sia più evidente che nelle grandi città italiane, ma è affascinante, indubbiamente, e molto più evoluta dell'Italia in tante, troppe, cose. Cosmopolita, vivace, educata...che altro dire se non "Obrigado".

2 commenti:

  1. cavoli, e io che di Lisbona mi ricordavo solo i Pasteis de Nata!!!! ;-)))))))))))))
    concordo su tutto... ma forse qualche anno fa quando siamo andati noi era un po' più economica (caffè a 55 cent quando a Milano era già a 1 euro!!)

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  2. Solo Pasteis?! E il porto dove lo metti????

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